Beethoven - Sonata N. 32, op. 111
( ...) Dal romanzo Doktor Faust di Thomas Mann:
Il maestro di piano, il cui nome è Wendell Krezschmar, pone a suoi giovani allievi una domanda: " Perché Beethoven non ha aggiunto
un terzo tempo alla sonata per pianoforte opera 111?. Noi - continua la voce parlante del romanzo - noi che andammo a sentire
la dissertazione sul tema proposto dal maestro, passammo una serata insolitamente proficua anche se la sonata in questione non l'
avevamo mai conosciuta. La conoscemmo però quella sera perché
Kretzschmar ce la fece sentire molto bene, analizzandone con acuta penetrazione il contenuto spirituale e descrivendo le condizioni di vita nelle quali - insieme con altre due sonate , la 109 e la 110 , era stata composta, quando cioè l'udito di Beethoven, menomato da una consunzione incurabile, era in progressivo dissolvimento."
Thomas Mann riferisce la dissertazione sulla 111 per sei pagine che sono - secondo me - un capolavoro di interpretazione critica
di quest'opera beethoviana. Ne cito qui qualche passo particolarmente significativo:
" Il tema del secondo tempo della sonata in do minore, attraverso certi destini, cento mondi di contrasti ritmici, finisce col perdersi in
altitudini vertiginose che si potrebbero chiamare trascendenti o
astratte; così l'arte di Beethoven aveva superato se stessa; dalle
regioni abituali e tradizionali si era sollevata -davanti agli occhi sbigottiti degli uomini - ad un Io dolorosamente isolato nell'assoluto, escluso , a causa della sordità, dal mondo sensibile,
sovrano solitario di un regno spirituale dal quale erano partiti
brividi rimasti oscuri, nei cui terrificanti messaggi i contemporanei
avevano saputo raccapezzarsi solo per eccezione. (...)
Eugenio Scalfari da Scuote l'anima mia Eros
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