Khumbaya - Soweto Gospel Choir
(...) Sul bordo del ventunesimo secolo e del terzo millennio, il
linguaggio musicale e poetico sembra alquanto decaduto,
affidato com' è più al volume dei suoni che alla loro armonia,
più alla percussione che alla metrica del ritmo.
Il rock non è una danza allegra e neppure eroticamente
affascinante, ma ipnotica; stordisce e scatena pulsioni, allenta
le inibizioni soffocando i sentimenti.
Forse Dioniso suonava una sorta di rock intorno al santuario
di Delfi che condivideva con Apollo e nelle pianure dell' Attica,
portato in processione dalle baccanti, dalle menadi e dai
coribanti che urlavano " Evoè evoè" ( esprimeva il giubilo delle
baccanti in onore di Bacco : " Ognun segua te, Bacco ". n.d.r.);
le stesse turbe che poi lo sbranarono per avere dentro di loro
una scheggia di divino e una goccia di sangue del dio del vino
e dell'orgia.
Certo non era quella la musica di Apollo né di Orfeo. La loro
musica commuoveva, i fiumi e i torrenti si animavano, gli
alberi si ornavano di fiori, le api depositavano denso miele
negli alveari, le spighe si indoravano.
Questi miracoli che la musica, anzi la poesia della musica può
produrre, non provengono mai da un racconto della natura
affidato al pentagramma delle note. Provengono dalla forma
musicale, dalla chiave di scrittura, dal ritmo e dalle corde che
quei suoni riescono a risvegliare nell'anima di chi ascolta,
trasformando le pulsioni in moti sentimentali di gioia, di
melanconia, di potenza, di nostalgia.
Anche quella che viene chiamata " musica leggera" ha un ruolo
nell'imprimere un calco ai moti del cuore. Non penso alle
canzoni e alle canzonette, che pure in molti Paesi e nel nostro
godono di una ricca tradizione popolare. Penso invece a quella
musica strumentalmente assai complessa, capace di mescolare
gli spirituals degli schiavi trasportati dall' Africa Occidentale
nelle Americhe tra il Seicento e l' Ottocento con i ritmi di New
Orleans, del blues e dello swing. Soprattutto dello swing che
unì il melodico al ritmico " in levare" e creò i balli più
lascivamente sentimentali tra tanti che la storia della danza ha
conosciuto.
Questa musica dei sentimenti e dei ritmi soffre ora di una
decadenza evidente; quella delle pulsioni e del rumore stordisce
e strania. Sono due vie tra le quali il secolo che ci sta dinanzi
dovrà scegliere, creando nuovi modi e nuovi linguaggi che
ancora non conosciamo. (...)
Eugenio Scalfari da Scuote l'anima mia Eros
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