giovedì 18 maggio 2017
AMORE NON E' AMARE 2
(...) L' amore deve altresì fare i conti con il bisogno di
realizzazione personale, con le ambizioni e le aspirazioni di
ciascuno. La storia di Ulisse evidenzia che il conflitto tra
queste aspirazioni ha un carattere universale che attraversa
il tempo. L'eroe greco, ambizioso e trascinato dagli eventi,
finisce con l'abbandonare gli affetti della propria vita- la patria
la moglie e il figlio - per poi scoprire che essi sono molto più
importanti della fama e della ricchezza. Ma ormai erano
passati gli anni migliori della sua esistenza. Oggi Penelope non
c'è più : è una genia scomparsa, non vi è più donna disposta a
crescere in solitudine il proprio figlio aspettando che il
compagno ritorni dopo aver inseguito per anni i propri sogni di
gloria. Si pone la necessità di trovare con onestà intellettuale
un equilibrio fra due istanze, entrambe importanti per la nostra
vita: la prima è l'apertura verso l'altro, la seconda si concentra
sul nostro Io.
Se vogliamo realizzare una buona vita di coppia, si impone la
necessità di elaborare un progetto esistenziale con una chiara
gerarchia dei valori necessari per la nostra felicità, onde
evitare di essere travolti dalle abitudini, dai ritmi del lavoro e
dalle aspirazioni individuali che non devono penalizzare il
tempo dedicato alla vita di coppia. Niente dura e cresce nel
tempo se non viene curato.
In un tempo in cui le parole vengono talora usate in modo
arbitrario, e si confonde l'eros con l'amore, vorrei chiarire che
l'eros ha un carattere solipsistico: parte dall'ego e ritorna all'
ego. L'amore ha come riferimento l'altro, senza trascurare i
propri bisogni e sentimenti: è l'incontro con l'altro e ha nella
relazione la sua realizzazione. L'eros è premessa essenziale,
ma non è amore; se il presupposto dell'amore è la passione, i
requisiti essenziali sono la maturità e l'equilibrio psichico, e
qualità indispensabili sono l rispetto, la stima, la fiducia e il
dialogo. Nell'incontro con l'altro, la persona mette in gioco il
proprio equilibrio psicologico, la propria maturità affettiva e
i propri valori.
Il narcisista è soddisfatto di sé, sprezzante, arrogante,
invadente, egocentrico e ha bisogno di protagonismo. E' un
egoista, indifferente allo stato d'animo dell'altro e tende a
costruire scudi tra sé e il prossimo per rendersi impermeabile
e insensibile. Impiega il suo tempo a difendersi e ad attaccare,
e ciò è in fondo un segno di debolezza. Ci vuole forza nel
mettersi in discussione di fronte a una crisi, da un lato evitando
di cadere nelle insidie dei sensi di colpa, e dall'altro cercando
di assumersi le proprie responsabilità e di riconoscere i propri
limiti. (...)
Paolo Franchini da Amore non è amare
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