venerdì 17 marzo 2017
IL MITO DI ORFEO ED EURIDICE
Non c'è poeta che non abbia dedicato versi ad Orfeo, che non abbia tratto ispirazione dalla figura del mitico cantore e fondatore
dei Misteri. La radice di una fascinazione che ha coinvolto poeti
( e non solo ), di ogni luogo e di ogni tempo, non sta tanto nel ruolo
di iniziatore della poesia che il mito gli attribuisce, quanto nella
vicenda di Eros e Thanatos che lo vede protagonista, l'amore per
la sposa Euridice uccisa dal morso di un serpente e la discesa agli
Inferi per ricondurla a sé e alla vita.
Impresa folle e destinata in partenza a fallire, perseguita contro ogni buon senso, e naufragata a causa di un gesto altrettanto
sconsiderato, se il poeta - pur sapendo di mancare l'ultima occasione concessagli, trasgredisce il divieto imposto dalle divinità
ctonie, e si volta a guardare l'amata prima di aver concluso il percorso. Quale forza induce Orfeo a voltarsi, qual è il motivo di un gesto in apparenza così avventato?
La storia - dunque - non riguarda solo l'amore e i suoi risvolti, ma
più ancora il rapporto di ogni uomo con l'idea della fine, l'altrui o
propria che sia, l'atteggiamento nei confronti della morte intesa
nella sua fisicità, concretezza, brutalità, o solo immaginata o
presagita. E' la questione fondamentale, lo snodo intorno al quale,
in modo palese o sotterraneo, ruota la nostra esistenza.
frida
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