sabato 22 ottobre 2016
LA GRANDE FESTA
(...) Quando considero la piccola durata della mia vita assorbita
nell'eternità che la precede e la segue " scriveva Pascal,
"quando considero il piccolo spazio che io occupo e quello
pur così piccolo che io vedo, inabissato nell'infinita
immensità degli universi che io ignoro e che mi ignorano,
mi spavento e mi sorprendo di vedermi qui piuttosto che là,
perché non v'è ragione che io sia qui piuttosto che là, per
cui sia adesso piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo?
Per ordine e per opera di chi sono stati destinati a me questo
luogo e questo tempo?. Memoria hospitis unius diei
praetereuntis ( Ricordo dell'ospite di un giorno che
subito passa, Libro della Sapienza )."
Severo e temibile discorso che vuole ricordarci la brevità
del nostro stare al mondo, la vanità delle nostre stupide
presunzioni. Giusto, caro Pascal, hai ragione, ma pure ti
dico che un corpo vivo ha bisogno di prolungarsi nel tempo
con l'immaginazione, anche dopo la sua fine terrestre,
immergendosi in un sogno di continuità rassicurante. Non
è abbastanza crudele la vita quotidiana perché non sia
legittimo un sogno di pace nel dopo vita?. La crudeltà del
nulla paralizza le membra e le rende nemiche di se stesse.
La nostra mente rifiuta di mettersi addosso cilici segreti:
vuole trovare la gioia del vivere e del morire. In vista di un
giardino dei pensieri lontani. Un giardino soffice, fitto di
alberi ombrosi dove pascolano leoni e cervi, senza
mangiarsi l'un l'altro. Mi piace immaginarlo così, nella mia
mente che invecchia, il giardino dell'aldilà. Un luogo
delicato e accogliente in cui i nostri amati morti- fatti leggeri
e savi - camminano agili, riflettendo. Ci saranno angeli?
Ci saranno, santi, martiri, divinità, si vedrà l'ombra di un
dio potente e punitivo?. Forse no. Forse sarà la voce della
poesia a tenere in movimento le menti. E le parole penderanno
dai rami come frutti. E si faranno canto mentre la lira di
Orfeo riprenderà a suonare scendendo dal cielo stellato.(...)
Dacia Maraini da La Grande Festa
Tetrafarmaco o quadruplice rimedio
RispondiElimina1) Paura degli dei e della vita dopo la morte
Gli dei sono perfetti quindi, per non contaminare la loro natura divina, non si interessano delle faccende degli uomini mortali e non impartiscono loro premi o castighi.
2) Paura della morte
Quando noi ci siamo ella non c'è, quando lei c'è noi non siamo più
3) Mancanza del piacere
Esso è facilmente raggiungibile soddisfando i bisogni fondamentali, ignorando i superflui
4) Dolore fisico
Se il male è lieve, il dolore fisico è sopportabile, e non è mai tale da offuscare la gioia dell'animo; se è acuto, passa presto; se è acutissimo, conduce presto alla morte, la quale non è che assoluta insensibilità. I mali dell'anima invece sono prodotti dalle opinioni fallaci e dagli errori della mente, contro i quali ci sono la filosofia e la saggezza.
Ἐπίκουρος, Epíkouros, "alleato" o "compagno, soccorritore"
Grande donna...
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