Oggi vorrei che rintracciassi le mie orme...
Elosabeth Bishop ha scritto che il segreto della poesia è costituito da "spontaneità, mistero, accuratezza " e ha aggiunto " in quest' ordine ". Daniela Attanasio sembra conoscere molto bene la formula di questo segreto. In questa sua ultima opera ( candidata al Premio Strega per la Poesia ) giunge ad una sintesi dei tre elementi : una lingua tangibile e leggerissima, dolorosa eppure lucente. Nel dettaglio del verso lungo, la tensione procede senza cedere, capace di aprirsi, coagularsi in profondità, sciogliersi nella levità quasi ironica del gioco. In " Vivi al mondo ", la poeta tiene insieme con rigore e forza la vita sensoriale e quella spirituale e nei suoi versi la poesia si avvicina a qualcosa che chiamiamo " anima "
ha una solitudine lo spazio una solitudine il tempo -
sono due idee che si curvano ma non si toccano
come le tende che scendono sui vetri della finestra
i libri schierati nelle loro rastrelliere
come le braccia quando si chiudono in un abbraccio
senza stringere nulla
solitudini inerti che non sanno niente delle mie paure -
non è la solitudine dell' aquila in montagna
né la solitudine di chi entra in clausura a spaventarmi
ma quella dell' acqua che nella cella del freezer
si cristallizza in un cubetto di ghiaccio .
***
oggi vorrei che tu rintracciassi le mie orme
per custodire la parte giusta del cuore
dove il sangue è rosso e la morte dorme.
***
anche tu compatisci gli infelici dell' amore anche tu
ti compatisci per il freddo che scorre con il sangue
ma non c'è più passione nei tuoi giorni scrivendo ti
consegni a lingue diverse e hai l' illusione di bastarti -
guarda come batte il sole stamattina su questa corteccia
che d' inverno gela c'è sapore di mandorla nell' aria
una complessa armonia di colori corpi nodosi o sciolti
alla corsa ai gesti eleganti dell' arte marziale guarda quel
piccione gonfio dì amore come gira vorticando intorno
alla femmina come si allarga lo spazio se chiudi gli occhi -
suoni richiami scorrono in forma di canzone popolare
ma sei lontana dall' età dell' innocenza dove un gesto
o una voce parlavano di desiderio ora è il Tempo Sovrano
a decidere per te dovrai bastarti fino all' ultima ora della vita.
***
non morirà la creazione umana
la poesia sarà ancora e per sempre un
diffusore di fatti quotidiani dove la spinta della parola
conta più della ragione dove le pulsazioni del cuore
sono colpi di martello quando il fiato si fa corto per
la paura di non riuscire a dire il verso esatto che vada incontro all' amore -
amore per la terra per il mare per la natura astratta del cielo
amore che riscalda il corpo nella neve -
amore come pane
come le nostre parole lasciate a lievitare
in un' anta del corpo per un' altra stagione
un' altra sponda di vita dove sostare.
***
avrei voluto spostare lo sguardo dalla tua
schiena al tronco malato dei platani ai pappagalli
che sono germogliati sui rami della magnolia
fermarmi davanti alla fontana di pietra ma le
ortiche si moltiplicavano sotto i piedi la siepe di
alloro sfumava giallo nella sua gabbia geometrica
la ghiaia si macchiava di muffe e cortecce
sotto il sole le foglie bruciavano accartocciate dalla
sere - l' impazienza di te non è più tortura
tra vita e morte c'è uno spazio esiguo ormai una
lingua di silenzio tra le facce del mondo e la bellezza
come accadeva nell' infanzia un secolo fa tra la
paura del buio e la grazia del sole d' inverno
quando entrava dalla finestra con la volta a ogiva.
Daniela Attanasio da Vivi al mondo

Mi ha incuriosito l'acqua cristallizzata nel freezer, che si trasforma come materia, da iniziale vapore oppure cellula sorgiva. La lasciamo scivolare via, dissetandoci, nella doccia, o in un mare di acqua che crediamo ci culli a riva. E la solitudine è sempre la nostra, uguale, medesima, triste e feroce; noi solo la riflettiamo in quello che ci circonda e vive sereno, e di solitudine non ha mai sentito voce.
RispondiEliminaSiamo noi i creatori fertili.
Secondo me, quello che impaurisce l' autrice, non sono le solitudini di cui ha parlato ( e lo dice ), ma che conservano qualcosa di umano o quantomeno di vivo, ma il fatto che l' acqua, diventando ghiaccio, diventa materia inerte e perciò senza più calore e possibilità di relazione.
RispondiEliminaConcordo ma ne facevo un discorso più ampio, somatizzando la solitudine come elemento che tendiamo a rifletterci attorno, accomunandolo ad altri fenomeni. Sensazione mia ovviamente..
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