martedì 21 maggio 2019

POETI DI MAGGIO

 
 

                                     Ahimè ! Amore è misero se il suo amore è assente…


MAGGIO

Maggio il bel maggio in barca sul Reno
Signore guardavano dall'alto del monte
Siete così belle, ma la barca s'allontana
Chi mai ha fatto piangere i salici della riviera

Orbene frutteti in fiore ritti alle spalle
I petali caduti dai ciliegi di maggio
Sono le unghie di colei che ho tanto amato
I petali appassiti sono come le sue palpebre

Sul sentiero costiero lentamente
Un orso una scimmia un cane guidati da gitani
Seguivano un carrozzone trainato da un asino
Mentre s'allontanava tra i vigneti renani
L'aria da reggimento di un remoto piffero

Maggio il bel maggio ha vestito le rovine
D'edera di vigna vergine e roseti
Il vento del Reno scuote a riva i salici
E i giunchi pettegoli e i nudi fiori dei vigneti.


                             Guillaume  Apollinaire


                                        ***

NOTTE DI MAGGIO

Il cielo pone in capo
ai minareti
ghirlande di lumini.


                          Giuseppe  Ungaretti


                                  ***

MAGGIO

Al bel tempo di maggio le serate
si fanno lunghe; e all'odore del fieno
che la strada - dal fondo - in pieno
lume di luna, le allegre cantate
dell'osterie lontane, e le risate
dei giovani in amore, ad un sereno
spazio aprono porte e petto. Ameno
mese di maggio! E come alle folate
calde dall'erba risollevi i prati
ilari di chiarore, alle briose
tue arie, sopra i volti illuminati
a nuovo, una speranza di grandiose
notti più umane scalda i delicati
occhi - e il sangue - alle giovani spose.


                              Giorgio Caproni


                                     ***

BREZZE DI MAGGIO

Brezze di maggio danzanti sul mare!
Via via che danzate di solco in solco
il girotondo esultante, mentre in alto
vola la spuma a farsi ghirlanda
d'argentei archi gettati sull'aria,
vedete l'amor mio da qualche parte?
Ahimè ! Ahi!
Brezze di maggio!
Amore è misero se il suo amore è assente.


                              James  Joyce


                                   ***

ERA DI MAGGIO

Era di maggio. Il pomeriggio afoso
sembrava interminabile. La terra riarsa
si spaccava nel gran caldo, assetata.
Dalla riva del fiume udii una voce
che gridava: " Vieni, tesoro mio! "
Chiusi il libro e aprii la finestra
per guardare fuori.
Vidi presso il fiume un grande bufalo coperto di fango
che guardava in giro con occhi placidi e pazienti;
un ragazzo - nell'acqua fino al ginocchio - lo chiamava
per farlo bagnare.
Sorrisi compiacente ed ebbi un senso di dolcezza
che mi invase il cuore.


                              Rabindranath  Tagore


2 commenti:

  1. My brother recommended I would possibly like this website.
    He used to be entirely right. This put up truly made my day.
    You can not imagine simply how much time I had spent for this info!
    Thanks!

    RispondiElimina
  2. Thank you and your brother for readings in this site.
    I hope to find you here again.
    A smile
    Frida

    RispondiElimina