mercoledì 29 maggio 2019

IL PESO DELLA FARFALLA 2



(…) A sessant' anni il suo corpo era accordato bene,compatto come
       un pugno. E la donna com'era? Come la mano aperta al gioco
       della morra cinese, la mano che vince perché si fa carta
       intorno al sasso e lo avvolge. La donna era la carta in cui
       finiva chiusa la sua storia. E la terza figura della morra, la
       forbice?Quella era il camoscio,con le sue corna avrebbe vinto
       la carta, chissà come.
       Ci pensava e rimandava. In quell'autunno si accorse della
       stanchezza in petto e nelle gambe. Si decise a dirle che era 
       pronto. Si accordarono in paese, lei sarebbe salita alla sua
       stanza a quota 1900 dove il bosco si dirada prima di smettere.
       Lì, tra le sue cose mute, avrebbe provato a rispondere.
       La donna controllò col freno in faccia la soddisfazione per la
       breccia aperta e gli strinse la mano,per accordo.Non era carta
       il contatto con le dita e il palmo. Era la spudorata intimità
       mascherata da mossa di saluto.Toccare la mano di una donna,
          per un uomo senza, è un salto nel sangue. Non ci si dovrebbe
      toccare, donna e uomo, facendo finta che è tutt'altro. La mossa
      della donna, che era stata lei a cercargli la mano, scavalcò il
      confine dei corpi, già scambio di amanti per lui.
      Si guardò la mano e la mise in tasca insieme all'altra. Si erano
      accordati: lei sarebbe venuta senza registratore. Sulla via di
      ritorno strofinò la mano sopra un larice, non per cancellare ,
      invece per conservare sotto resina il contatto.
      Era per il giorno seguente, al ritorno dal suo giro tra i monti.
      Era l'ultimo passo dell'autunno, poi sarebbe venuta la neve e
      il suo magnifico silenzio. Non ce n'è un altro che valga il nome
      di silenzio, oltre quello della neve sul tetto e sulla terra.  (…)



                     Erri  De  Luca    da     Il peso della farfalla


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