martedì 10 luglio 2018

VERSI A DINA

 
 

                                     A noi che non abbiamo altra felicità che di parole…





LA BAMBINA CHE VA SOTTO GLI ALBERI

La bambina che va sotto gli alberi
non ha che il peso della sua treccia,
un fil di canto in gola.
Canta sola
e salta per la strada: ché non sa
che mai bene più grande non avrà
di quel po' d'oro vivo sulle spalle,
di quella gioia in gola. A noi che non abbiamo
altra felicità che di parole,
e non l'acceso fiocco e non la molta
speranza che fa grosso a quella il cuore,
se non è troppo chiedere, sia tolta
prima la vita di quel solo bene.


                                                                             ***


ERA COLOR DEL MARE E DELL'ESTATE

Era color del mare e dell'estate
la strada tra le case e i muri d'orto
dove la prima volta ti cercai.
All'incredulo sguardo ti staccasti
un po' incerta dall'altra marciapiede.
Nemmeno mi guardasti. Mi stringesti
- con la forza di chi s'attacca - il polso.
A fianco procedemmo un tratto zitti.

Una macchina adesso mi portava
- procella appena dominata - verso
il luogo di quel primo appuntamento.

Già la svolta il mio cuore riconosce
e, raffica, la macchina la imbocca,
ed ecco tu ti stacchi
un po' incerta dall'altro marciapiede.
( Non era che un crudele immaginare:
paralitico tenta con quest'ansia
la parte, se il male la guadagni ).

Il tempo di pensarti: ma nell'attimo
che dolcissima spina mi trafisse!
Acuta come questa non mi desti
altra gioia, non mi potevi dare.
T' amavo. Amavo. Anche per me nel mondo
c'era qualcuno.

O strada tra le case - benedetta -
dove la prima volta nella vita
pietà d'altri che me mi strinse il cuore.



                                                                       ***


LA TRAMA DELLE LUCCIOLE

La trama delle lucciole - ricordi -
sul mare di Nervi, mia dolcezza prima?
( trasognato paese dove fui
ieri e che già non riconosce il cuore )

Forse. Ma il gesto che ti incise dentro,
io non ricordo; e stillano in me dolce
parole che non sai d'aver dette.

Estrema delusione degli amanti!
Invano mescolarono le vite
s'anche il bene superstite, i ricordi,
son mani che non giungono a toccarsi.

Ognuno resta con la sua perduta
felicità, un po' stupito e solo,
per un mondo vuoto di significato.
Miele segreto di che s'alimenta;
fin che sino il ricordo ne consuma
e tutto è come se non fosse stato.

Oh come poca cosa quel che fu
a quello che non fu divide!
Meno
della scia della nave acqua da acqua.

Saranno state
le lucciole di Nervi, le cicale
e la casa sul muro di Loano,
e tutta la mia poca gioia - e tu -
fin che mi strazi questo ricordare.



               Camillo  Sbarbaro    da      Versi a Dina





2 commenti:

  1. Affascinanti i versi di Sbarbaro e il loro pacato ritmo pur nella tristezza del contenuto. Ma assolutamente straordinaria, nella sua struttura simile a un tema con variazioni, la Ciaccona di Schmelzer che non conoscevo.
    Scelta magistrale!!!
    Grazie mille!

    RispondiElimina
  2. Sono molto contenta che tu abbia apprezzato ( e non avevo dubbi ) le poesie ( dal verso un po' desueto , ma sempre attuali nel contenuto umano ) del poeta; ma sono ancora più contenta di aver fatto a te ( esperta di musica ) una gradita sorpresa con la Ciaccona ( ne ho già postate altre - che stia diventando una sorta di " esperta " in Ciaccone ? - )
    Scherzo - ovviamente - ma in realtà mi piacciono molto.
    Grazie del commento e della presenza.

    RispondiElimina