venerdì 29 giugno 2018

E' URGENTE L'AMORE




                                                       Le mattine più limpide non hanno voce…



QUASI NIENTE

L'amore
è un uccello tremante
nelle mani di un bambino.
Si serve di parole
perché ignora
che le mattine più limpide
non hanno voce.


                                    ***



GLI AMANTI SENZA DENARO

Avevano il viso aperto di chi passava,
avevano leggende e miti
e freddo nel cuore.
Avevano giardini dove la luna passeggiava
mano nella mano con l'acqua
e un angelo di pietra come fratello.

Avevano come tutta la gente
il miracolo di ogni giorno
sgocciolante dai tetti;
e occhi di oro
in cui ardevano
i sogni più dispersi.

Avevano fame e sete come le bestie,
e silenzio
intorno ai loro passi.
Ma, ad ogni gesto che facevano,
un passero nasceva dalla dita
e - abbagliato - penetrava negli spazi.


                                                                        ***



CONSIGLIO

Sii paziente: aspetta
che la parola sia matura
e si stacchi come un frutto
quando passa il vento e la cattura.



                                                                             
                                                       ***


ADDIO

Come se ci fosse una tempesta
a scurire i tuoi capelli,
o - se preferisci - la mia bocca nei tuoi occhi,
carica di fiore e delle tue dita;

come se ci fosse un bambino cieco
a inciampare dentro di te,
ho parlato di neve, e tu trattenevi
la voce in cui con te mi persi.

Come se la notte venisse e ti portasse,
era fame l'unica cosa che sentivo;
dico addio, come se non tornassi
al paese in cui il tuo corpo inizia.
Come se ci fossero nuvole su nuvole,
e sulle nuvole mare perfetto,
o - se preferisci - la tua bocca pura
ad avanzare largamente nel mio petto.



Eugénio De Andrade  da    Poesie ( edito da  Fundaçao Eugénio De Andrade - Porto )



giovedì 28 giugno 2018

NE' CON TE NE' SENZA DI TE 1

 
 

" Ego nec sine te nec tecum vivere possum" ( Publio Ovidio Nasone)


Vera, ci sono giorni che cominciano male e finiscono peggio. Oggi è uno di questi.

Non rispondo alla tua lettera perché non voglio averla letta. Ne sono sicuro: non l'ho letta. Quindi ti riscrivo più tardi, quando l'avrò dimenticata del tutto. Hai un sacco di ragioni, ma ne ho anch'io. E se c'è una cosa che mi hai insegnato è la necessità del rispetto, al di là delle battute per alleviare argomenti così importanti. Se rischio di diventare un'ossessione, un rodimento, una ferita - amore - fermati. Riavvolgi il nastro e torna nella tua tranquillità. Ti amo abbastanza per desiderare che la tua vita sia più serena anche se non ci vedremo per un po'. Sei importante. Poi decidi quello che vuoi.

                               Nicola



Vera, non mi hai scritto. Non ci sarebbe nulla di strano se non ti conoscessi: lo sciopero è inusuale. Qualcosa ti spinge lontano dalla tastiera. E da me. Cosa freni, hai già deciso quale strada imboccare?
E' un silenzio pensato, non naturale. E' un silenzio dovuto, forse. Dovuto a te e a me. E' un silenzio che rende piombo le parole, evita che escano a vanvera. Quello che è accaduto mi ha fatto male, come ha fatto male a te. Ci sentiremo quando tutti i granelli di sabbia smossi da un piede maldestro saranno di nuovo posati sul fondale.
Un gran bacio, ora.
Immutato è quanto bene ti voglio.

                    Nicola


Paola  Calvetti  da  Né con te né senza di te ( Storia di una passione )

NE' CON TE NE' SENZA DI TE 2


I silenzi uccidono, sgretolano, chiudono porte, Nicola.
Abituano all'indifferenza. Sono scatole, contenitori di nulla. Le lacrime dense sciolgono anche gli animi più difesi. Di solito. Peccato non capirsi. E non lasciare che l'anima si diriga laddove sta al suo posto. La vacanza ha fatto male a me. Non capisco perché a te, ma non capisco perché non ne sono capace. Tu sei agguerrito, giovane. Io sto sotto la mia coperta pulciosa. Le stelle. Il mare dove confondersi. Unicità non prevedeva questo. Ma io mi adatto, perché sono perdente. Ho paura. Di te. Ci sentiremo quando i granelli, come tu hai deciso ( decidi sempre tu, del resto ), si depositeranno laggiù.
Dove non ci si può raggiungere.

    Vera


Paola  Calvetti   da     Né con te né senza di te ( Storia di una passione )

L'AMORE DANNOSO 1

 
 

                                                " Il  vero amore è una quiete accesa" ( G. Ungaretti )


(…) L'amore dannoso è l'amore della ferita. L'amore che nasce dal
       danno, che reagisce al danno di non essere stati amati. O di
       essere stati amati male, troppo o troppo poco. Comunque,
       maleamati e - perciò - " maleducati sentimentalmente e
       sessualmente" . Umanamente. Per i maleamati, divenuti
       maleamanti, le ferite del passato si riaprono e coinvolgono
       loro, i loro partner, il mondo intero. Infatti, quando essi amano
       o credono di amare, trasformano in " destino" le conseguenze
      - ancora vive - di quelle ferite. Così, antichi e irrisolti copioni
       della vita affettiva, sentimentale e sessuale, di genitori e
       parenti o di altre figure di riferimento affettivo o educativo,
       appresi dai maleamati nella famiglia d'origine o nell'ambiente
       di crescita per traumatica impronta, vengono nuovamente
       messi in scena nei rapporti amorosi in età adulta, al fine di
       esorcizzare - ma in realtà perpetuandoli - percorsi conflittuali
       e dolorosi con relativi finali drammatici o destabilizzanti o
       incompiuti.
       Si tratta - però - di tentativi inefficaci di sfide e prove amorose
       che si ripetono per approssimazione o per difetto senza
       raggiungere - quasi mai - l'intento catartico di spezzare le
       catene dei legami morbosi, infantili, irrisolti, confusivi.
       Doppi e tripli legami, nemici di ogni chiarezza comunicativa,
       di ogni autonomia, di ogni crescita interiore.
       L' amore dannoso non lascia tregua agli amanti: è complicato,
       stressante, carico di ansia, mai spontaneo. E' urlato,
       dichiarato, ma al contempo clandestino e pieno di segreti.
       Mai libero.
       Sempre foriero di legami ammalati invischianti, possessivi,
       contagiosi.
       L'amore dannoso ha radici nelle radici delle radici della
       storia familiare, sociale, culturale e spirituale di ciascuno che
       se ne scopra afflitto, affetto, disfatto. L' amore dannoso trionfa
       poiché, nella prima parte di un percorso di vita, l'amore s'è
       fatto amore di piaga, amore duellante, amore negato, amore
       rimosso, amore d'incesto o morboso segreto d'amore.
       Infatti, è nei bisogni insoddisfatti dell'infanzia e dell'
       adolescenza, nei tradimenti della fiducia, della speranza, della
       disponibilità con la quale il  nostro cuore si disponeva ad
       essere iniziato all'intimità, ai sacri misteri dell'amore umano;
       è nel vuoto dell'abbandono che ci è stato inflitto, è nella
       confusione dei ruoli nella quale ci hanno fatto assistere e
       partecipare genitori, parenti e adulti intorno a noi( fino a
       renderci - già da bambini - complici dei conflitti di coppia,
       dell'incomprensibile e perenne altalenare degli umori, delle
       identità mancate, dei lutti mai elaborati); è in tutto ciò che
       risiede nella solitudine che l'amara pianta dell'amore dannoso
       si radica, si fortifica e cresce. (…)

Maria Rita Parsi  da   L'amore dannoso ( Come uscire dal labirinto dei rapporti sbagliati )
     

L' AMORE DANNOSO 2



(…) L'amore dannoso è cibo primario. Inizia - assai spesso - col
       latte avvelenato di un amore materno che non c'è. E nel tempo,
       diventa cibo quotidiano d'ogni sorta d'amore che si trasforma
       in tormento, in " idea spodestante", in fatica di vivere, in
       dipendenza, in costante paura di perdere l'oggetto d'amore.
       E' un amore - allora - fatto di attacchi e distacchi, di attese
       snervanti, di vuoti, di sensi di colpa e di colpe. Un amore di
      " peccati" e  di " errori" costantemente ripetuti, che mai si
       trasformeranno in patrimonio di esperienze, se non quando
       esploderanno un dolore acutissimo o la disperazione, o la
       depressione o il disagio psicologico che spinge all'analisi, al
       cambiamento, alla crescita. O- se vince la paura - all'oblio del
       rimosso.E' un amore di trappole - sempre le stesse - nelle quali
       cadere, di parti in commedia o in tragedia - sempre le stesse -
       da recitare; di ruoli intrecciati, scambiati, capovolti. Di messe
       in scena nelle quali, pur intersecando o scambiando i ruoli
       degli interpreti, pur provando e riprovando le parti, non si
       giunge mai al debutto.
       Si tratta di amori che lasciano il segno, che costringono alla
       resa emotiva, che deludono, che amplificano conflitti anche
       interiori, che vanificano il tempo e le occasioni di crescita, che
       costringono a prove estenuanti, a percorsi dolorosi e laceranti.
       Amori che espropriano le persone di se stesse, che le stritolano
       nell'incastro di vite altrui, amori che impongono l'esilio,
       allontanano dalla terra della propria identità.
       Amori mancati e mancanti, amori crudeli che si ingentiliscono
       solo a distanza, nei ricordi dell'esilio obbligato, verso il quale
       gli amanti sono spinti dal complesso dell'abbandono, dal senso
       di inadeguatezza, di inferiorità, di incompletezza, dalla paura,
       dalla vergogna, dalla mancanza di intimità, dall'incapacità di
       comunicare, di dare e ricevere amore. (…)


 Maria  Rita  Parsi  da  L' amore dannoso ( come uscire dal labirinto dei rapporti sbagliati ) 

mercoledì 27 giugno 2018

FOLLIA D' AMORE




                                                   Non mi perdo neanche un solo attimo di te…



LA COMETA

Quel mio amore per lui aveva ali di cera
lunghe le ali sembravano eterne
battevano il cielo sicure, sfioravano picchi,
puntavano al sole con nervature nervine.

Fuse le ali ormai mi ricrescono dentro,
soltanto ora - perdute - mi diventano vere,
e ai cuori incauti grido: la passione è un fantasma
troppo importante - uomini - per potersi incarnare.

Chiomate vaganti comete di Halley, presagi
disastri prodigi che infiammano il sangue,
nessuno osi fissarvi, si arrischi a sfiorare
coaguli di pura lontananza - morgane.



                                                                         ***


REALTA' E METAFORA

Tu, realtà e metafora, luminoso
corpo dal doppio segno. Tu moneta
d'inscindibile faccia, bianco cigno
che ingloba il suo riflesso.

Penso all'abbraccio, e all'improvviso scende
in acque buie il mio vascello ebbro.
Confluiscono oceani. L'energia,
duraturo arabesco di fulmine.



                                                                             ***


E LUI MI ASPETTERA' NELL' INTERTEMPO

E lui mi aspetterà nell'intertempo
sorridente e puntuale, con saluti
e storie che alle poverette orecchie
dell'arrivata parranno incredibili.
Ma riconoscerà - lui - ciò che gli dico?
In poche note o versi qui raccolgo
i messaggi essenziali. Un altro raggio,
- aria diversa - glieli tradurrà.



                         Maria  Luisa  Spaziani

PIGRE DIVINITA' E PIGRA SORTE

 
 

                                                     Divento immenso campo di memoria…



TROPPA MEMORIA

Troppa memoria, ma vaga, senza storia.
Colpa dell'aria. Tiepida, sgranata.
Non più contratto e denso per il freddo
il corpo esterno si apre e si distende
a maglie larghe si lascia penetrare
e intenerito cede particelle
all'aria dolce: lasca superficie
tutta intrisa di mondo, al mondo arresa.
E dal suo centro che è nell'ipocondrio
languidamente sale un entusiasmo
che porta via con sé tutto il mio caldo.
E mentre con talento vagabondo
nell'aria si confonde io- non presente -
divento immenso campo di memoria
dove mi perdo quanto più avanzo
ma senza volontà perché sto ferma.
Così ferma che quasi mi scompaio
non leggera nel vuoto ma pesante
per troppo peso di memoria. E ascolto.
Sento quell'entusiasmo che mi chiama
e che pretende il mio trasferimento
verso quel posto dove sta il mio caldo.
Sì, perché è lì che io voglio sempre andare,
dove c'è una figura fissa al centro
che assorbe tutto il vuoto che sta intorno,
e lì chiusa e stordita rimanere
senza memoria, senza sentimento.





VOGLIO IL MIO BENE

Voglio il mio bene adesso cosa faccio?
Non so neanche da dove cominciare.
Perché ho quell'infallibile certezza
quando voglio raggiungere il mio male,
mentre per il mio bene non ho idea
non ho nessuna idea su cosa fare?
Forse perché il male è esuberanza
di spirito che anela a straripare
e uscendo poi dal margine rivela
eccesso di materia, dismisura
che si rovescia in varietà di forme,
dissonanza che esalta quel che c'è
non quel che manca. E dunque se lo cerco
io lo trovo, basta muoversi un po',
intraprendere, volere. Il bene essendo
invece assenza di sostanza, recede
da ogni forma e non si svela : quando lo cerco
diventa il suo fantasma, credo di averlo
e subito mi manca. Se allora
il male è un più e il bene un meno, come
posso volere, cosa spero? Ogni
mia volontà è perdizione. Perciò
dovrei restare dove sono, senza
mente ambiziosa, ma innocente
di tutto, anche del bene,
a questo anzi ritrosa.


            Patrizia  Cavalli    da    Pigre divinità e pigra sorte

martedì 26 giugno 2018

CONCORDANZE: LE PERSONE DEL VERBO

 
 

                                     L'io impoverito sprofonda nelle concordanze del Nulla.



Una volta
e per pochi giorni
molto tempo fa
io e te
improvvisamente fummo nell'intimo
Noi.

" Noi due " potevo dire
nelle ore voraci che furono nostre.

Da tempo
se parlo di te
posso usare soltanto
la terza persona: Lei.

L'io impoverito sprofonda
nelle concordanze del Nulla.

  
                                 Emilio Pacheco    

ASPETTAMI E IO TORNERO'

 
 

                                         Aspettami quando le gialle foglie ti ispirano tristezza…



Aspettami e io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze.
Aspettami quando le gialle foglie
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c'è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami quando ne avranno abbastanza
tutti quelli che aspettano con te.

Aspettami e io tornerò,
non augurare del bene
a tutti coloro che sanno a memoria
che è tempo di dimenticare.
Credano pure mio figlio e mia madre
che io non sono più;
gli amici si stanchino di aspettare
e, stretti attorno al fuoco,
bevano vino amaro
in memoria dell'anima mia.
Aspettami. E non t'affrettare
a bere insieme a loro.

Aspettami e io tornerò
ad onta di tutte le morti.
E colui che ormai non mi aspettava,
dica che ho avuto fortuna.
Chi non ha aspettato non può capire
come tu mi abbia salvato
in mezzo al fuoco
con la tua attesa.
Solo noi due conosceremo
come io sia sopravvissuto:
tu hai saputo semplicemente aspettare
come nessun altro.


                      Konstantin M. Simonov   da   Poeti del ' 900


UNA NUOVA FORMA DI MISURA

 
 

                                                             Quando i punti diventano persona…



Codici a barre dietro ogni carezza
non m'importa vado di fretta
col rispetto di chi sta indietro
dividerò il collo in tanti pezzettini
per far entrare le voci ancora sane
depredate dei soliti lamenti
voci-tempesta della gente che resta
richiudo la gola, le conservo all'interno
prima di partire quelle voci mi diranno:
" abbracciate a noi potrai spiccare un volo
ma un volo vero senza più limiti da sotto".




Spengo gli occhi prima di dormire
e ritrovo le cose belle di una volta
sotto il petto le prime onde
di sacrifici tutti uguali
e vado felice senza
un attimo di pace.




Quando i punti diventano persona, difficilmente
le vie per raggiungerli parlano chiaro
come le cifre nere su bianche delle vetrine infrante.
Riuscirò a consolare quelle parti di te
che camminano fisse sui bordi del vento
e poi, sono sicura al di là di ogni evento,
nascerà una nuova specie di misura
che nessuno vede, che nessuno respira,
che rimarrà a un soffio dai passi
di chi ti segue e fa da cortina.



             Barbara  Pietrone   da   Nuovissima Poesia Italiana


DONNE VALOROSE ( Consuelo De Saint- Exupéry ) 1

 
 

" Consuelo, stasera ti scriverò una lettera d'amore perché - nonostante le molteplici ferite, le parole che non hai compreso, i richiami che muoiono contro il vetro della tua mente chiusa - sono arrivato a un punto in cui non ne posso più di un amore che non ha mai trovato la sua strada. In te si trova una persona che amo e la cui gioia è fresca come l'erba medica ad Aprile " ( Lettera- New York, 1942/43 )



(…) " Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli
         occhi". Così ci insegna il Piccolo Principe, i libro più letto e
         venduto al mondo.
         E Antoine sa bene che le cose essenziali della vita sono
         spesso trascurate degli esseri umani e possono diventare
        invisibili agli occhi: lo sa perché ha rischiato più volte di
        perdere il suo amore a causa del suo carattere intemperante,
        inquieto tendente alla depressione e a violenti accessi di
        gelosia.Il suo amore si chiama Consuelo Suncìn- Sandoval: è
        minuta, ha un fisico da ballerina, ma gli occhi scuri e
        infuocati come la lava dei vulcani della sua isola El Salvador,
        gli stessi vulcani che dominano l'asteroide B-612 da cui è
        partito il Piccolo Principe per la sua esplorazione inter-
        galattica . Antoine non ha mai visitato la terra di Consuelo,
        ma la conosce comunque a memoria, perché lei gliel'ha
        descritta nei minimi particolari, raccontando la maestosità
        delle montagne, le meraviglie della vegetazione tropicale, le
        intricate foreste di baobab, le splendide rose.
        Consuelo viene chiamata dagli amici la " Sherazade dei
        Tropici" ed è un piacere ascoltarla perché con la sua voce
        suadente e vellutata incanta gli spettatori e fa rivivere con
        le parole, la magia di mondi sconosciuti.
        Consuelo è la rosa del Piccolo Principe: le sue quattro spine
        sono appuntite e hanno cercato di proteggerla a lungo dall'
        impetuosità di Antoine, innamorato capriccioso che ha sempre
        rischiato di perdere tutto per la smania di legarla a sé, come
        un bambino che non vuole farsi negare un giocattolo.
        Ma Consuelo non è una bambola: è una ragazza sveglia che
        ha deciso di lasciare l'isola fatata della sua infanzia per
        scoprire il mondo, emanciparsi, studiare e soprattutto
        sperimentare la libertà: l'incontro tra i due non era
        assolutamente previsto ed è piuttosto uno scontro, una
        collisione tra pianeti lontani che impattano per caso a una
        folle velocità. Ci sono dei movimenti stellari che non sono
        governabili e le conseguenze possono portare a quello che gli
        amici surrealisti di Consuelo chiamano amour fou : più che
        una passione, una vera malattia dalla quale è quasi
        impossibile guarire.
        Quando Consuelo incontra Antoine ha 29 anni, ma ha già
        vissuto un divorzio e una vedovanza. Il primo matrimonio in
        Messico è quasi una ragazzata, ma l'unione con lo scrittore
        Enrique Carrillo è una storia d'amore importante che si
        concluderà tragicamente con la morte improvvisa di lui. (…)


                  Serena  Dandini    da    Il catalogo delle donne valorose

DONNE VALOROSE ( Consuelo De Saint- Exupéry ) 2



(…)Consuelo è distrutta dalla perdita, e gli amici le consigliano di
      viaggiare: l'antica medicina per affrontare il dolore.La giovane
      vedova accetta l'invito del presidente argentino,grande sponsor
      di Carrillo, che le chiede di omaggiare il marito con una serie
      di conferenze in suo onore, e il 15Agosto 1930 si imbarca su un
      piroscafo in direzione dell' Aregentina.Madame Soncìn viaggia
      insieme ad altri scrittori e accademici francesi, amici cari che
      l'accompagnarono in questa missione culturale che per lei è
      soprattutto un ritorno alle origini nell'amata America del Sud
      per tentare di riconquistare la pace interiore.
      E invece, per uno scherzo del destino, le prime due cose in cui
      Consuelo si imbatte quando arriva a Buenos Aires, sono una
      rivoluzione nelle strade e un aviatore che si è guadagnato la
      fama di eroe sugli aerei postali. Al primo incontro, Consuelo
      giudica Antoine De Saint- Exupéry antipatico e arrogante e
      accetta malvolentieri l'invito del pilota per un'escursione aerea
      sopra i cieli della città. Trascinata dai suoi amici entusiasti
      dell'avventura, si ritrova in volo con quest'uomo un po'
      scorbutico e insolente che le chiede subito di baciarla mentre
      si esibisce in una serie di acrobazie che terrorizzano la
      compagnia.
      Si conoscono appena, ma Antoine rimane subito folgorato dal
      fascino di Consuelo e decide che non può vivere senza di lei,
      come confessa ad un amico :" C'era una tale bellezza selvaggia
      nei suoi occhi neri, e nelle sue idee soffiava un tale uragano di
      fantasia, che ne fui stregato". L'aviatore è convinto di aver
      trovato la donna della vita, e soprattutto la sua musa: non a
      caso le spedisce una lettera amorosa di ottantatré fogli che
      contiene una domanda di matrimonio e alcune pagine del
      manoscritto del suo romanzo , Volo di notte . Antoine capisce
      che solo questa donna intelligente e sensibile può dargli la
      forza e la giusta temperatura esistenziale per portare a termine
      la sua impresa letteraria: subito le sottopone i suoi lavori, e
      soprattutto i suoi dubbie le sue insicurezze. (…)


            Serena  Dandini   da    Il catalogo delle donne valorose

domenica 24 giugno 2018

DONNE VALOROSE ( Consuelo De Saint -Exupéry ) 3


(…)Consuelo rimane senza fiato dinanzi a questa corte serrata e
      implacabile e cerca di resistere, non si sente pronta, sta ancora
      piangendo un grande amore e ha paura di questo terremoto che
      scuote la sua vita. Da questo momento in poi la loro storia è un
      susseguirsi di passi avanti e indietro, in un duello amoroso
      senza esclusione di colpi. Consuelo sa che se soccombe al
      grande eroe, perderà molta dell'indipendenza e della libertà
      che si è conquistata, ma come resistere alla tentazione di essere
      felice? Antoine è un gigante che la sovrasta in tutti i sensi
    - anche fisicamente - visto che pesa un centinaio di chili e lei al
      suo cospetto sembra un uccellino indifeso. Eppure c'è qualcosa
      di travolgente in questo incontro fatale che Consuelo non riesce
      ad arginare. In preda all'incertezza decide di scappare dall'
      Argentina mentre Antoine è impegnato in uno dei suoi voli
      postali verso la Patagonia: è l'ultimo tentativo di contrastare 
      un destino ineluttabile. Ma appena salita sulla nave che la
      riporterà in Francia, vede apparire in cielo un aereo che segue
      la sua rotta a bassa quota. De Saint- Exupéry non vuole
      perderla e la seguirà fin che ha carburante lanciando dal
      velivolo biglietti d'amore: si sposeranno in Francia pochi mesi
      dopo, il 23 Aprile 1931.La foto del matrimonio è emblematica :
      l'immagine li ritrae abbracciati,ma quasi malinconici.Consuelo
      indossa per l'occasione un vestito di pizzo macramé nero ( un
      colore singolare per una giovane sposa ) mentre lui, più che
      stringerla, è aggrappato a lei come a un'ancora di salvezza.
      E' alto quasi due metri,ma nell'alchimia di questa strana coppia
      non meraviglia che il piccolo sia proprio lui: " Ed è stato così
      che ci siamo sposati, mio piccolo Tonio, mio piccolo marito. Tu
      non mi hai lasciato respirare", scrive Consuelo in una lettera
      che farà parte del suo bellissimo libro Lettres du dimanche .
      La vita matrimoniale proseguirà così, fra alti e bassi, snervanti
      attese e ritorni.
      Antoine, nel 1935 è di nuovo in volo, ma dopo pochi giorni si
      perdono le sue tracce. Il mondo è con il fiato sospeso e
      Consuelo è impietrita dalla paura: dopo due giorni di assoluto
      silenzio - quando ormai è dato per disperso - arriva un
      telegramma dalla Libia : " Antoine è vivo ". Ha avuto un
      incidente nel deserto, ma miracolosamente è stato soccorso da
      una carovana di beduini che l'ha portato in salvo.
      Anche i soldi vanno e vengono e l'umore della coppia è
      variabile e spesso turbolento.La guerra e l'invasione dei nazisti
      fanno precipitare la situazione: Antoine vuole partecipare alla
      difesa della propria patria e costringe Consuelo ad
      ad abbandonare il Paese e ad aspettarlo negli U.S.A. (…)


               Serena  Dandini   da    Il catalogo delle donne valorose

DONNE VALOROSE ( Consuelo De Saint- Exupéry ) 4



(…)  Quando lui la raggiunge a New York, i due vivono uno dei
        momenti più tranquilli e felici della loro esistenza tumultuosa:
        nonostante i tradimenti reciproci e gli abbandoni sono di
        nuovo insieme e Antoine ha capito - forse troppo tardi - che
        Consuelo è la sua unica rosa, un fiore molto complicato, ma:
       " Vai a guardare di nuovo le rose. Ora capirai che la tua è
        unica al mondo...perché è lei che ho innaffiato...perché è lei
        che ho ascoltato lagnarsi o vantarsi. O qualche volta tacere.
        Perché è la mia rosa".
        Consuelo ancora una volta sente che deve fare di tutto per
        mettere Antoine nella condizione migliore per scrivere, e trova
        una casa vicino al mare, a due ore da New York: un rifugio
        ideale per far nascere questa strana favola che il suo
       " cavaliere volante" ha in testa da un pezzo. Perché Il Piccolo
        Principe non è solo un libro per ragazzi, ma è adatto a tutti e
        soprattutto al bambino che è dentro di noi e che, secondo
        Saint- Exupéry,non si dovrebbe mai dimenticare,come ricorda
        nel suo tenero racconto : " Tutti gli adulti una volta sono stati
        bambini, ma pochi se ne ricordano".
        Il Piccolo Principe li unisce intimamente e diventa per loro
        come il figlio che non hanno mai avuto:un racconto che celerà
        per sempre malinconie e tenerezze della loro intensa vita di
        coppia e dove finalmente Antoine riconoscerà il valore della
        sua preziosa rosa. Ora lui è al fronte insieme alle truppe
        alleate e porta con sé in volo la prima bozza della sua favola
        prediletta. Non tornerà più e verrà dato per disperso nei cieli
        del Mediterraneo il 31 Luglio 1944.
        Consuelo non si arrende e spera ancora in un miracolo,e ogni
        domenica - come d'abitudine -continua a scrivergli una lettera
        d'amore, raccontandogli l'intimità della sua vita in attesa del
        suo ritorno.
        Era stata proprio la distanza a rendere grande la loro storia
        controversa, e Consuelo non smetterà di amarlo, anche se non
        lo vedrà più. Ma non sono proprio le cose invisibili agli occhi
        le più care al cuore? .      
      " Adesso sono sola, Tonio mio. Non sei ritornato. Ma sei in me
       - eterno - il mio bambino, mio marito e ti porto con me come
        Il Piccolo Principe : noi siamo intoccabili ". (…)


             Serena  Dandini    da     Il catalogo delle donne valorose
       


sabato 23 giugno 2018

DONNE VALOROSE ( Karen Blixen ) 1

 
 
 
 
" L'aria -in Africa - ha un significato ignoto in Europa: piena di apparizioni e miraggi è - in un certo senso - il vero palcoscenico di ogni evento "  ( K. Blixen )                             



(…) Se non avessi perso la mia fattoria in Africa, non sarei mai
       diventata una scrittrice: non sempre i disastri della vita  
       annunciano altre tempeste "
       Siamo nel 1959: Karen Blixen ha settantaquattro anni, pesa a
       malapena quaranta chili, ma non ha perso il suo spirito
       effervescente, la voglia di raccontare storie e di fumare una
       sigaretta dietro l'altra. La scrittrice danese è stata invitata a
       New York per un giro di conferenze e incontri letterari e,
       nonostante le malandate condizioni di salute causate dalla sua
       antica malattia, accetta con entusiasmo questo viaggio nel
       Paese dove i suoi libri sono sempre stati accolti con affetto
       straordinario.
       Quando arriva a New York, la scrittrice si considera nella sua
       quinta vita: è così che ha diviso la sua esistenza , attribuendo
       ad ogni fase un motto distintivo.
       L' ultima è una citazione di Edmund Spenser : " Sii audace, sii
       audace, ma non troppo audace ". E audace, la nobildonna
       danese lo è sempre stata sin da ragazzina, quando scorrazzava
       nelle incantevoli tenute di famiglia di Rungsted, nella      
       campagna danese vicino al mare, e già scriveva i suoi primi
       racconti: ma prima della definitiva trasformazione in scrittrice
       dovranno passare ancora molte vite, che la vedranno
       protagonista di una lunga serie di avventure. Lei stessa - anni
       dopo - dichiarerà :" Nessuno è entrato nella letteratura
       sanguinando più di me".
       Poco più che ventenne, Karen si innamora follemente di suo
       cugino, il barone Hans Blixen - Finecke, ma non è corrisposta.
       Allora sposa il fratello gemello, Bror e diventa la baronessa
       Blixen.Quello che sembrava un ripiego, si rivela invece un
       matrimonio d'amore: insieme, i due decidono di lasciare la
       Danimarca e, con un vero salto nel buio, inaugurano una vita
       nuova nel continente africano. E' proprio il desiderio di vivere
       sempre in totale libertà, lontano dalle convenzioni sociali, uno
       dei tratti caratteristici di questa originale baronessa, che
       acquista insieme al marito una piantagione di caffè nei pressi
       di Nairobi. (…)


          Serena  Dandini   da   Il catalogo delle donne valorose

DONNE VALOROSE ( Karen Blixen ) 2


(…) " In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong
       ( è il celebre incipit del romanzo La mia Africa , che Blixen
       scrisse molti anni dopo per ricordare la sua esperienza
       romantica e avvolgente, ma anche carica di avvenimenti
       dolorosi. Ad un anno dal suo arrivo- infatti - si ammala
       gravemente: in un primo tempo i medici pensano che sia
       malaria, ma presto si scopre che si tratta di sifilide, e a uno
       stadio avanzato E' stato Bror, con le sue continue infedeltà, a
       trasmetterle questa terribile malattia, che allora si curava solo
       con massicce dosi di mercurio e arsenico: una terapia d'urto
       che mina definitivamente la salute di Karen. Ma nonostante
       tutto lei non vuole divorziare dal marito che ama ancora, fino
       a che non è lui a chiedere la separazione, lasciandola sola a
       gestire la piantagione. L'indomita baronessa non si perde d'
       animo e, anche se non è affatto portata per gli affari, fa di tutto
       per salvare la fattoria, sempre sull'orlo del fallimento.
       Ma questo - per lei - sarà anche un periodo molto felice grazie
       al magico incontro con Denys Finch-Hatton, il più grande
       amore della sua vita. Oggi è difficile per noi separare la vera
       storia dei due amati dall'immagine cinematografica del film
       tratto dal romanzo La mia Africa . I volti di Robert Redford  e
       Meryl Streep i confondono con quelli dei protagonisti che li
       hanno ispirati ( una scena del film si può vedere nel blog nella
       sezione" registi " ), e ci sembra di aver vissuto insieme a loro
       le luminose giornate africane fra letteratura, musica , safari e
       i racconti serali al tepore del camino. La verità è un po' più
       controversa, ma il finale tragico purtroppo è lo stesso. Nel
       1931 Finch muore in un incidente mentre è alla guida del suo
       aereo e con lui si chiude per sempre il sogno africano della
       Blixen. La piantagione è divorata dai debiti e per Karen non ci
       sono più ragioni per combattere: in pochi giorni decide di
       abbandonare tutto e tornare in Danimarca.
       Ma nonostante le grandi difficoltà che ha dovuto superare, i
       diciassette anni che la scrittrice ha trascorso in Africa sono
       stati " unici e meravigliosi " perché qui ha trovato una
       dimensione di vita selvaggia e primitiva che le ha permesso di
       esprimersi in totale libertà :"Anche se con altri l' Africa è stata
       più clemente, io credo fermamente di essere uno dei suoi figli
       prediletti. Un gran mondo di poesia mi si è dischiuso quaggiù,
       mi ha fatta entrare, e io l'ho amato".
       Anni dopo i suoi romanzi saranno accusati di razzismo per i
       toni paternalistici e naif con cui Karen descrive il suo rapporto
       con gli indigeni: in realtà i suoi sentimenti erano sinceri e
       appassionati e vanno inquadrati storicamente, oltre che sotto
       una sorta di luce romantica.
     " Ho guardato i leoni negli occhi e ho dormito sotto la Croce
       del Sud; ho visto le gradi praterie in fiamme e le ho viste
       coperte di tenera erba verde dopo la pioggia; sono stata amica
       di Somali, Kikuyu e Masai, e credo che la mia casa sia stata
       un rifugio per i viandanti e i malati, e per gli indigeni il nucleo
       di uno spirito amichevole".
       La casa di Karen, abbandonato il Kenya, sarà di nuovo la
       gelida campagna di Rungsted:i cieli sconfinati sotto le pianure
       di Ngong appartengono ormai al passato, ma ritrova il mare
       della sua infanzia : " La cura per ogni cosa è l'acqua salata:
       sudore, lacrime o il mare ". La grande forza di questa donna
       è stata quella di riuscire a reinventarsi a ogni fase della vita,
       trasformando i rovesci in nuovi capitoli del suo destino.
       Non  a caso un altro dei suoi celebri motti era: " Perché no?"
       (…)


               Serena  Dandini   da      Il catalogo delle donne valorose
     

venerdì 22 giugno 2018

LA MACCHIA

 
 

                                                                    Ma è solamente amore…



LA MACCHIA

Ci si macchia - inavvertitamente -
pensando che sia acqua
ma è solamente amore.
Come fiume
s'imprime e si intaglia,
fluisce scava,
insinuandosi lento
in reticoli indelebili
e al fine si arresta
nel profanarti l'anima.


                 frida

mercoledì 20 giugno 2018

LA CRISI MISTICA DI CESARE PAVESE

 
 

                                                                  da  " Lavorare stanca "



(…)Torino fu sempre la città più amata da Pavese, città degli studi,
      del lavoro, degli amici, degli sfortunati amori.
    " Città...dove sono nato spiritualmente, arrivando di fuori: mia
     amante, e non madre né sorella".
     Cittadino sino al midollo, sentiva Torino come sua città ideale.
     Torino era il Po, la collina, la " barriera" non più città e non
     ancora campagna, osterie che si chiamavano " Far West" e
     cinema dove si proiettavano film americani.
   " Quest'è il giorno che salgono le nebbie dal fiume / nella bella
     città, in mezzo a prati e colline / e la sfumano come un ricordo".
     E poi l'Hotel Roma nella centralissima  piazza Carlo Felice
     dove Pavese, esaurita la sua stagione di uomo e scrittore, giunto
     ad un drammatico crocevia tra la vita e la morte, gettò i dadi e
     scelse la via verso il nulla.
     Una camera d'albergo, le telefonate alla disperata ricerca di
     una voce amica, le ultime parole sul suo libro più amato, l'
     avvelenamento con i barbiturici.
     Era il 27 Agosto del 1950 : fuori l'aria distratta e anonima della
     città - la sua città - deserta nel caldo torrido di quella fine
     estate. Com'era lontano il mare - mai amato - come lo erano
     invece stati i due fiumi della sua vita ( il Belbo e il Po ): quello
     ligure di Varigotti che fa da sfondo alla storia de La spiaggia
     e di Bocca di Magra dove si riuniva la casa editrice Einaudi o
     quello calabro dell'esilio dove compose i suoi " tristia ".
   " Uomo solo dinanzi all'inutile mare / attendendo la sera, 
     attendendo il mattino ".
     E come apparivano lontane, sfumate nel ricordo, le sue amate
     Langhe: i sentieri tortuosi, le curve morbide e sensuali delle
     colline, le rive, le vigne che si perdono nel cielo, i campi di
     granoturco ondeggianti al vento.
     Com'erano lontani i tempi di Casale Monferrato, dove Pavese
     trascorse uno dei periodi più tormentati della sua vita in un
     momento tragico per l' Italia devastata dalla guerra civile, da
     sfollato. Nel collegio Trevisio, retto dai Padri Somaschi, dava
     lezione sotto falso nome agli studenti.
   " Quel giro di portico intorno al cortile, quelle scalette di
     mattoni per cui dai corridoi s'andava sotto i tetti, e la grande
     cappella  semibuia, facevano un mondo che avrei voluto sempre
     più chiuso, più isolato, più tetro…"
     Le lunghe ore trascorse nella biblioteca del collegio sono
     dedicate alla lettura e allo studio dei testi mitologici.
     A Serralunga di Crea, ospite nella casa del cognato, trascorse
     lunghi periodi. In questi luoghi, impregnati di religiosità, gli
     parve di trovare la strada che conduce a Dio.
     In questo ambiente, con le suggestioni e la complicità del vicino
     Santuario, nacque prepotente il bisogno di un colloquio con
     Dio e la crisi mistica è puntualmente registrata nel diario del
     29 Gennaio 1944: " Ci si umilia nel chiedere una grazia e si
     scopre l'intima dolcezza del regno di Dio. Quasi si dimentica
     ciò che si chiedeva: si vorrebbe soltanto godere quello sgorgo
     di divinità. E' questa senza dubbio la mia strada per giungere
     alla fede, il mio modo di essere fedele.Una rinuncia a tutto, una
     sommersione in un mare di amore, un mancamento al barlume
     di questa possibilità. Forse è tutto qui : in questo tremito del
    " se fosse vero! ". Se davvero fosse vero… (…).

     
  Franco Vaccaneo  da   La scoperta del mito con Cesare nel Parco