domenica 4 marzo 2018

RISCRIVERE LA SPERANZA 5



(...) Il trattamento cui Amina è stata sottoposta è quello della
      psicoterapia a orientamento psicanalitico in un'ottica un po'
      diversa da quella classica. Le interpretazioni- per esempio -
      sono quasi assenti: non si tratta di spiegare - in senso classico -
      il presente nei termini del passato instaurando legami
      associativi che siano interpretabili, ma di immaginare che il
      cambiamento è fondato sull'esperienza vissuta tra terapeuta e
      adolescente. Questo è l'assunto di base. Non è sufficiente
      comprendere, spiegare e raccontare per produrre un
      cambiamento. Ci dev'essere anche un'esperienza reale, un
      evento soggettivamente vissuto con sentimenti espressi e azioni
      compiute in senso reale, nel mondo reale con persone reali, in
      un momento esperito come presente ( guardarsi negli occhi,
      sospirare, girarsi, alzare la maglietta per mostrare le cicatrici,
      cambiare di posizione in seduta ).
      Possiamo immaginare - pertanto - le sedute come un insieme di
      momenti presenti condivisi tra terapeuta e adolescente che
      hanno generato e generano discorsi in quanto rappresentano
      esperienze fondamentali in psicoterapia e un punto di
      riferimento nella trama delle relazioni quotidiane più profonde.
      L'idea che sostiene questo procedere è che la relazione
      terapeutica è un fenomeno co-creato dove l'intrapsichico passa
      in secondo piano rispetto all'intersoggettivo; la motivazione
      che guida la psicoterapia diventa il riconoscimento del
      desiderio dell'altro e il raggiungimento di un contatto
      intersoggettivo.
      In una prospettiva evolutiva la psicoterapia con Amina  ( e più
      in generale tutte le psicoterapie con adolescenti ) è stata ed è
      un viaggio affettivo condiviso legato all'esperienza reale e
      caratterizzato da tanti momenti di incontro che hanno permesso
      nel tempo il processo terapeutico.L' obiettivo non è stato quello
      di riscrivere il passato, ma quello di organizzare il futuro - o
      meglio - di rendere possibile un futuro, aprendo nel presente
      nuove vie d'uscita là dove comparivano vicoli ciechi.
      Tuttavia tutti questi elementi non hanno modificato l'assunto
      secondo il quale tutto il processo terapeutico avviene all'
      interno della parola e si misura in base alla possibilità di
      trasformazione che il linguaggio produce in ogni soggettività.
      La fiducia nella forza della parola non è mai venuta meno
      neppure quando sembrava che non ci fossero più parole da
      pronunciare e che il linguaggio non potesse accedere a livelli
      così elevati di sofferenza. (...)


 Antonio Piotti & Roberta Invernizzi da  Riscrivere la speranza ( Storia di un'adolescente che voleva morire e ha imparato a volare ) 

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