giovedì 15 marzo 2018

IL MISTERO ARNOLFINI 1


 Appena entrati al Groeningnuseum di Brugge, lo sguardo si  concentra su due grosse tavole olio su legno di Gérard David " Il giudizio di Cambise" e un brivido percorre la pelle dello spettatore: si assiste infatti allo scuoiamento di un uomo vivo. In queste due tavole, dipinte rifacendosi ad un racconto di Erodoto,viene raffigurato il giudizio del re Cambise di Persia nei confronti di un giudice corrotto di nome Sisamne. Il re in persona è presente all'arresto e la condanna alla "scuoiazione da vivo " viene eseguita in sua presenza.  (f. )

 
 
(...) Oltre che agli sguardi posati SUI dipinti, sono altrettanto sensibile agli sguardi colti dai pittori NEI loro dipinti. Il più delle volte - quando ricordo una tela - sono gli sguardi a tornarmi in mente per primi. Per esempio, l'impressione di orrore che mi ha lasciato il Il Giudizio di Cambise ha a che fare non soltanto con il supplizio in sé ( lo scorticamento di Sisamne  non è dopotutto che una lezione di anatomia fra le tante ) quanto con l'espressione del condannato al momento dell'arresto: Sisamne non guarda più niente!
Questa è la cosa da cui non riesco a liberarmi: lo sguardo vuoto del condannato. E quelli dei diciassette uomini che gli si affollano intorno e non lo guardano. Come se lui già non esistesse più. Neanche lo sgherro che lo afferra per il braccio guarda il condannato a morte. Proprio questa assenza generale di sguardo, questo unanime abbandono dell'accusato alla sua fissità attonita, è la cosa che mi ha reso indimenticabile il dittico di Gérard David, visto un mattino d'autunno nel museo di Bruges.
Ed è la cosa che mi colpisce nei coniugi Arnolfini : non si guardano. (...)
 
 
 Daniel Pennac      ( Prefazione da      Il Mistero Arnolfini )

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