lunedì 1 gennaio 2018

L' ISTINTO DI SACRIFICIO



          " Avete agito in conformità al desiderio che vi abita " Jaques Lacan


(...) L'esperienza del sacrificio si situa al cuore della vita dell'uomo
      e non di quella dell'animale. Solo la vita umana può decidere di
      compiere un sacrificio o di sacrificare se stessa. Non esiste
      equivalente nella vita degli animali i quali, piuttosto, sono stati
     " utilizzati" dagli uomini - nel mondo antico - come oggetti di
      sacrificio, come esseri destinati ad essere sacrificati per
      placare l'onnipotenza degli dei o volgerla a proprio favore.
      L'uomo ha storicamente imposto all'animale la Legge spietata
      del sacrificio. Ma solo gli esseri umani, non certo gli animali,
      possono godere  nel sacrificarsi, nel torturarsi, nel farsi del
      male, nel vivere nell'autofustigazione. Gli animali non
      conoscono né la Legge nè la sua perversione, né - tantomeno -
      quella che Freud definiva come l'essenza masochista della
      morale.Il piacere della sofferenza resta un piacere
      squisitamente umano: farsi dominare, picchiare, umiliare,
      castigare, ferire, può far godere solo un essere umano, non un
      animale.Freud lo definisce come un piacere paradossale,
      mortifero, masochistico e - come tale - al di là del principio di
      piacere. Lacan come un godimento che espone la vita al male.
      Il mondo animale rifiuta il sacrificio perché non esiste in
      Natura qualcosa come " istinto di sacrificio". In Natura 
      troviamo solo istinto di sopravvivenza, un istinto vitale che
      rifiuta risolutamente ogni rapporto con la morte.
      Diversamente, nel mondo umano, la vita e la morte, il piacere 
      e la sofferenza - come ricorda  Freud - sono sempre
      intrecciati. Questo significa che l'istinto che governa la vita
      animale non rivela la stessa efficacia nel guidare la vita dell'
      uomo. La vita abitata dalla mancanza e dal desiderio
      raggiunge il desiderio attraverso percorsi non naturali. Ogni
      soggetto è orientato nella vita in modo singolarissimo dal
      proprio fantasma inconscio che determina i suoi modi di
      godimento. Solo la vita animale - diversamente da quella
      umana - è vita piena, disinibita, indivisa, regolata
      universalmente dalla forza senza mancanza dell'istinto. La sua
      è vita stordita dalla vita, direbbe Heidegger, una vita che
      coincide pienamente con la vita, senza perdita né desiderio,
      vita incatenata alla vita, senza orizzonte né trascendenza. (...)


Massimo Recalcati  da  Contro il sacrificio ( Al di là del fantasma sacrificale )


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