lunedì 15 gennaio 2018

L' AMORE IN AUTUNNO 3



(...)Ha importanza che sia novembre e non giugno?Conta qualcosa
     che sia marzo e non settembre?. No, non ha alcuna importanza,
     non conta nulla. Gli amori autunnali sono una stagione dell'
     anima, non un mese del calendario. Sono un colpo di vento che
     spalanca le finestre gonfiando le tende, una petroliera al largo
     che rischiara il buio del cielo e del mare, una fotografia persa,
     cercata, scordata e infine ritrovata in una giornata come tante,
     quando ormai neppure più ci pensavamo. E non ci pensavamo
     perché a quella perdita ci eravamo abituati, al pari di quel buio
     o di quell'aria ferma e pesante dentro la stanza chiusa.
     Avessimo avuto venti o trent'anni sarebbe stato diverso, tutto
     sarebbe stato diverso. La quiete, l'oscurità, l'oblio ci sarebbero
     parsi intollerabili. Ma a quarant'anni, e anche più, sappiamo
     per esperienza che con la vita si è sempre in credito. E allora
     ci si abitua a voler bene a quello " scialo / di triti fatti, vano /
     più che crudele " (  L'opera in versi   - E. Montale ) che è l'
     esistenza dell'uomo, a quella normalità un po' grigia e avvilente,
     ma anche così protettiva e rassicurante. Perfino il tempo, che
     prima ci appariva - come già a Baudelaire - " il grande nemico
     che divora la vita ", impariamo a guardarlo con occhi diversi,
     più benevoli, consapevoli   " che il tempo che distrugge è il
     tempo che conserva". E allora ci illudiamo che dopo quel colpo
     di vento, quella luce intensa sebbene lontana, quel ritrovamento
     inatteso, che pure ci inondano il cuore e i sensi di gioia e di
     entusiasmo, si possa tranquillamente tornare alla vita di sempre
     Ma è un errore che paghiamo sempre a caro prezzo.
     Gli incontri autunnali, gli amori autunnali - infatti - non hanno
     misura nè conoscono il perdono. Abbandonarsi ad essi o
     rinunciarvi, intrecciare anche i corpi o legare soltanto le anime,
     condividere sotto lo stesso tetto notti e risvegli insieme o
     frapporre fra sé e l'altro distanze siderali e invalicabili, non fa
     differenza. Non può esserci salvezza o guarigione, ma soltanto
     una lenta assuefazione al veleno, che è ormai penetrato dentro
     di noi.  (...)


            Francesco  Ricci    da     Tre  donne


3 commenti:

  1. Tristissimi ma straordinariamente efficaci questi scritti, nella concretezza degli esempi, nella fisicità di alcune immagini e nella descrizione del malessere che cova sotto la normalità quotidiana.
    Certo, la normalità può essere grigia e avvilente u npo'come la rassegnazione, ma forse le piccole cose quotidiane hanno anche una forza che rischiara e salva...Io voglio crederlo.
    Ciao e grazie!!!

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  2. In realtà, questi tre brani rappresentano una sorta di " antefatto" ad un libro che parla dell' " autunno" - e non sempre cronologico- di tre poete famose: Anna Achmatova, Alda Merini e Antonia Pozzi. E allora , conoscendo le vicende della loro vita, possiamo ben intendere in che senso l'autore intendesse la parola " autunno".
    Non ho ritenuto di trascrivere brani della loro già conosciutissima storia, ma sono stata colpita dall'idea dell'amore " autunnale", quello cioè in cui - agli splendidi colori e ai pieni sapori di un'estate non ancora del tutto trascorsa - si alternano giornate di uggìa e di pioggia, preludio di un incipiente inverno.
    E' la comune, umana sorte.
    Ma poi dipende dai singoli ( nonché dalle circostante della vita ) dar risalto all'una più che all'altra. Io direi - parafrasando i nostri antichi Padri latini - che " in medio stat virtus", cioè che bisognerebbe saggiamente apprezzare l'alternanza.
    Grazie a te del tuo contributo.

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  3. Grazie di queste precisazioni che mi aiutano a contestualizzare i testi e della tua saggia conclusione.
    Buona serata!!!

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