lunedì 15 gennaio 2018

L' AMORE IN AUTUNNO 2



(...) Coi primi freddi le donne tirano fuori calze e berretti di lana.
      Negli uomini la giacca di tweed sostituisce quella di cotone e
      al mattino rinasce intenso il piacere di rovistare dentro il
      cassetto alla ricerca di calzettoni di lana, così come faceva
      Walter Benjamin da bambino nella Berlino Fin de siècle ( " Fra
      tutte le camicie, grembiuli, magliette che vi erano costudite,
      c'era la cosa che trasformava il comò in un'avventura. Dovevo
      farmi strada fin nell'angolo più riposto: allora incontravo i
      miei calzini che se ne stavano l'uno accanto all'altro, arrotolati
      e rincalzati come si usava un tempo. ogni paio aveva le
      sembianze di una piccola borsa. " ( Infanzia berlinese  - W.
      Benjamin ). Se poi la temperatura dovesse ancora abbassarsi, a
      sera metteremo legna in abbondanza nella stufa e nel camino,
      al pari dello scorso inverno. Al pari di tutti gli inverni
      trascorsi. E riprenderemo a leggere il libro che abbiamo
      lasciato sul tavolino accanto agli occhiali, dal punto in cui
      eravamo rimasti : " Ma accadde che quel fastidio cominciò a
      crescere e a trasformarsi non in un vero e proprio dolore, ma
      in una sensazione di costante pesantezza al fianco e in
      malumore "  ( La morte di Ivan Il'ic. - L. Tolstoj ).
      E mentre leggiamo queste parole, ci accade di risentire un
      groppo alla gola, ci prende una strana voglia di piangere,
      chiudiamo il libro, lo riponiamo con cura vicino al posacenere,
      ci togliamo gli occhiali. Anche se il dottore ci ha detto che pare
      che abbiamo fatto un patto col diavolo, tanto il nostro aspetto
      si conserva giovanile e il corpo è sanissimo. Le analisi non
      mentono. Ma noi sappiamo di essere malati e che non
      guariremo mai. Nel nostro sangue è ormai in circolo il veleno,
      da tanto tempo, che ci spinge inesorabilmente verso lo spazio
      dove si mescolano e si confondono, come scriveva  Ladislao
      Mittner, commentando le poesie di Paul Celan " i non più vivi
      e i non veramente vivi". (...)


                 Francesco  Ricci    da      Tre donne

Nessun commento:

Posta un commento