martedì 31 gennaio 2017

CUORE CORAZZA



Perché ti ho e non ti ho
perché ti penso
perché la notte è qui ad occhi aperti
perché la notte passa e dico amore
perché sei qui a riprendere la tua immagine
e tu sei meglio di tutte le tue immagini
perché sei bella dai piedi fino all'anima
perché sei buona dall'anima fino a me
perché dolce ti nascondi nell'orgoglio
piccola e dolce
cuore corazza

perché sei mia
perché non sei mia
perché ti guardo e muoio
e peggio ancora muoio
se non ti guardo amore
se non ti guardo

perché tu esisti sempre ovunque
ma esisti meglio dove io ti voglio
e la tua bocca è sangue
e senti freddo
io devo amarti amore
ti devo amare
perché se la ferita fa male per due
anche se ti cerco e non ti trovo
anche se
la notte passa e io ti ho
e non ti ho.


   Mario  Benedetti    da   Inventario, poesie 1948- 2000

Yasmin Levy - Una noche mas

 
 


                     ti chiedo ancora di ingannarmi...per una sola notte in più...




lunedì 30 gennaio 2017

ORFEO. EURIDICE. ERMES



Era l'arcana miniera delle anime.
Esse per quella tenebra vagavano,
mute vene d'argento. Tra radici
sgorgava il sangue che affluisce agli uomini,
e greve come porfido sembrava
in quel buio. Di rosso altro non v'era.

V'erano rocce,
boschi spettrali. Ponti sopra il vuoto
e quello stagno grande, grigio, cieco
che incombeva sul suo letto remoto
come cielo piovoso su un paesaggio.
E la striscia dell'unico sentiero,
scialba tra prati, fragile e paziente,
pareva lino steso ad imbiancare.

Per quell'unica via i tre venivano.

Primo, nel manto azzurro, l'uomo snello,
muto e impaziente, gli occhi tesi avanti.
Il suo passo ingoiava il sentiero
a grandi morsi, senza masticare;
dalle pieghe cadenti gli pendevano
le mani, grevi e serrate, ormai
dimentiche di quella lieve lira
che sulla sua sinistra era cresciuta
come tralci di rosa sull'ulivo.
E i suoi sensi sembravano divisi:
l'occhio correva avanti come un cane,
si voltava, tornava e ripartiva
e aspettava lontano, a ogni curva -
ma l'udito indugiava come odore.
Talvolta a lui pareva che intralciasse
il passo agli altri due che dovevano
seguirlo su per tutta la salita.
Allora aveva dietro solo l'eco
dei suoi passi e il vento nel mantello.
Ma diceva a se stesso che venivano,
a voce alta , e udiva il suono spegnersi.
Sì, venivano infatti, ma entrambi
avevano il piede troppo lieve.
Se si fosse voltato ( e non poteva,
poiché un solo sguardo frantumava
tutta l'impresa da portare a termine ),
li avrebbe visti, i due dal piede lieve,
camminare in silenzio alle sue spalle:

il dio del moto e dell'ampio messaggio,
con il casco sugli occhi luminosi,
l'agile verga tesa innanzi al corpo,
le ali oscillanti intorno alle caviglie;
e nella sua sinistra, in pegno, lei.

Lei tanto amata che una sola lira
levò lamento più che mai le prefiche;
e sorse un mondo di lamento in cui
tutto ricompariva: bosco e valle,
strada e paese, campo e fiume e bestie;
e intorno a questo mondo di lamento,
così come intorno all'altra terra,
un sole si volgeva, e tutto un cielo
pieno di stelle, silenzioso, un cielo
di lamento con stelle sfigurate -
lei, tanto amata.

Ma, tenuta per mano da quel dio,
con il passo frenato dalle lunghe
bende funebri, ella camminava
incerta, mite e senza impazienza.
Raccolta in sé e come trasognata,
non pensava a colui che le era innanzi,
né alla strada su, verso la vita.
Era raccolta in sé, e la impregnava
il suo stato di morte.
Se un frutto è pregno di dolcezza e d'ombra,
quella sua grande morte la colmava,
così nuova che nulla lei coglieva.

A una verginità nuova era giunta
e intangibile; il suo sesso era chiuso
come un giovane fiore verso sera,
e le sue mani così disavvezze
alla vita nuziale che persino
il contatto di quell'esile dio,
tanto lieve e gentile nel condurla,
la turbava per troppa confidenza.

Ormai non era quella donna bionda
che si univa nei canti del poeta,
non più il profumo e l'isola del talamo,
né più era il possesso dell'uomo.

Era già sciolta come lunga chioma
e già dispersa come pioggia in terra,
e diversa come un retaggio in cento.

Ella era già radice.

E quando all'improvviso
il dio la fermò e con dolore
pronunciò le parole - Si è voltato!,
lei non comprese e disse piano - Chi?

Ma lassù, scuro sull'uscita chiara,
stava qualcuno, irriconoscibile.
Stava e guardava un tratto del sentiero
in mezzo ai prati ove il dio del messaggio
si voltava in silenzio, mesto in viso,
e si avviava a seguire la figura
che già ripercorreva quel sentiero,
con il passo frenato dalle bende,
incerta, mite e senza impazienza.



       Rainer Maria  Rilke ,  1904






ORFEO E EURIDICE




              (...) Io ti ho chiamato inconsolabile, Orfeo. Ma solo
                     uno come me, col mio destino di morte voluta,
                     poteva capire di te certe cose. Che con lucida mente
                     hai scelto di voltarti, che dopo aver visto il nulla in
                     faccia hai deciso che non valeva la pena di rivivere
                     ancora. Per te Euridice era una stagione passata,
                     una pagina chiusa per sempre. Hai capito che i morti
                     diventano altro, che non sono ombra o ricordo.
                     E hai pianto, sì, ma non era lei che cercavi; chiedevi
                     di te, della stessa tua sorte. Nessuno finora aveva
                     avuto il coraggio di dirlo.  (...)


                Daniela  Pericone   da    Orfeo e Euridice " Lo sguardo sull'ombra"          

Christoph Willibald Von Gluck - Orfeo e Euridice

 
 



                                                        La  Danza  delle  Furie

domenica 29 gennaio 2017

PAESAGGIO INVERNALE CON CORVI ( e un cigno )





                                   (  frida )                 un casto cigno...assurdamente...


L'acqua del canale, da una chiusa in pietra,
si getta dentro quello stagno nero
dove, fuori stagione - assurdamente -
un cigno solitario, casto come neve,
galleggia, dileggio  per la mente
opaca, che brama di trascinare
a fondo il riflesso bianco.

Il sole, l'occhio arancio di un ciclope,
austero, scende dietro l'acquitrino:
non si degna di ammirare più a lungo
una simile desolazione;
nere piume di pensieri, mi aggiro come un corvo,
tetra, nella tenebra che cala
invernale.

I giunchi dell'estate sono fissi
nel ghiacciaio come la figura
di te nel mio occhio; arido gelo
imbrina la finestra della mia ferita;
che conforto vorrà dalla roccia
se la percuoteremo, perché rinverdisca
il deserto del cuore?
Chi vorrebbe
addentrarsi in questo squallore?


     Sylvia  Plath   da     Poesie, 1956


ARCO - BALENO




Quando c'è il sole e piove
qualche goccia di troppo,
- gioiello e lama -
con gli occhi fissi sul soffitto del cuore
sento di amarti
come nessun altro dolore.


        frida


Saint Privat - Poisson rouge

 
 
 



                                               Quando c'è il sole e piove...

sabato 28 gennaio 2017

OTTOBRE




O aura dorata di foglie, tu crei per me
un mondo che era e resta ancor oggi di sopra del tempo.
Non ho bisogno di decifrare l' Eternità
mentre cammino lungo questa strada arborea ai bordi di un villaggio.
Anche la brezza, perfino la temperatura
e il tipo di movimenti è precisamente lo stesso
di quando spezzò il mio cuore per la gioventù che passa. Ora sono sicuro
di qualcosa. Un qualcosa che sarà sempre mio ovunque io sia.
Voglio lanciarmi sulla pubblica via senza dar peso
a nulla fuorché al mormorìo di preghiera che la terra offre.
E' ottobre su tutta la mia vita e la luce si impone allo sguardo
come quando mi afferrò in un boschetto vicino alla tana della volpe.
Un uomo sta arando il terreno per la farina dell'inverno.
E i miei diciannove anni pesano come un macigno sui miei piedi.


        Patrick  Kavanagh    da      Andremo a rubare in cielo


L'IRONIA DELLA COSA




Non ho la raffinata audacia di uomini
che hanno padroneggiato la penna
o il borsellino.
I complessi di molti schiavi sono nei miei versi.
Quando drizzo le spalle per guardare al mondo sfacciatamente,
vedo talenti che freddamente
mi condannano a un'attrizione umiliante.
La mia era una missione da mendicante,
sogni di bellezza per la quale non avrei dovuto avere occhi.

E accontentarmi di camminare nelle retrovie,
guardando le pietre che specchiano
le delizie di Dio:
un narratore di storie di seconda mano.
Non era giusto
per la mia mente echeggiare i registri alti della vita,
e avere visto la vigorosa energia
dei petali di un fiore.


         Patrick  Kavanagh  da    Andremo a rubare in cielo

Einaudi - Le Onde

  
 


...non era giusto per la mia mente echeggiare i registri alti della vita...

venerdì 27 gennaio 2017

GIORNO DELLA MEMORIA...

 
 



         ...perché né noi, né chi verrà dopo di noi abbia a dimenticare...
      

VEDRAI CHE E' BELLO VIVERE ( TEREZIN )

 
 
                                   Disegno di un bambino di Terezìn 
                              

            Furono 15.000 i bambini internati in quel posto
            di morte e ne uscirono solo 100. Vivi, ma segnati
            a vita da un ricordo troppo cruento per essere ricordato
            e troppo forte e grave per essere dimenticato.



Chi s'aggrappa al nido
non sa che cos'è il mondo,
ma sa quello che tutti gli uccelli sanno e
non sa perché voglia cantare
il creato e la sua bellezza.
Quando all'alba il raggio del sole
illumina la terra
e l'erba scintilla di perle dorate,
quando l'aurora scompare
e i merli fischiano tra le siepi,
allora capisco come è bello vivere.
Prova, amico mio, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
quando cammini tra la natura
per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:
anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,
vedrai che è bello vivere.


   Da un bambino di      Terezìn , 1941


mercoledì 25 gennaio 2017

LA RESA



Sul viso queste linee perfette
che la luce bagna appena.

Linee dall'alto che sfaldano la luce
ricadendo sulla bambina che dorme,
sui lineamenti dritti, dolci, verticali;

il viso della bambina è diverso
cambia come il giorno
come ogni giorno cambia
per assomigliare a se stessa, diversa,
al diverso che cederà nel nulla
che già l'accompagna, rendendo
possibile la sua presenza attuale,
eterna.

Sul viso quelle linee perfette
ogni giorno perfette nella loro incoerenza
col perfetto che è sempre visione.

La visione è qualcosa che si arrende;
ancora - ogni tanto - combatto
con la mia resa;
la lingua diventa l'eco di un campo,
una lancia sospesa nel lancio,
non cade, salta.

La resa non ha obiettivi,
non sa definirsi, si bagna appena
rendendo.


       Gianluca D' Andrea  da      Transito all'ombra


Secret Garden - Frozen in Time

 
 


La visione è qualcosa che si arrende: ancora - ogni tanto - combatto con la mia resa...



L' ISOLA DI ARTURO



(...) I primi raggi di sole, interrotti e corruschi, si allungavano sul
      mare quasi liscio. Io pensai che fra poco avrei veduto Napoli,
      il continente, le città, chissà quali moltitudini! E mi prese una
      smania improvvisa di partire, via da quella piazza, da quella
      banchina. Il piroscafo era già là, in attesa. E a guardarlo, io
      sentiii tutta la stranezza della mia tramontata infanzia. Aver
      veduto tante volte quel battello attraccare e salpare, e mai
      essermi imbarcato per il viaggio! Come se quella - per me -
      non fosse stata una povera navicella di linea, una specie di
      tranvai; ma una larva scostante e inaccessibile, destinata a chi
      sa quali ghiacciai deserti !. Silvestro ritornava coi biglietti, e
      i marinai andavano disponendo la scaletta per l'imbarco.
      Mentre il mio balio conversava con loro, io, senza farmi
      vedere, trassi di tasca quel cerchietto d'oro che N. mi aveva
      inviato la sera prima, e di nascosto lo baciai. A riguardarlo, ad
      un tratto, una debolezza inebriante mi oscurò la vista. In quel
      momento, l'invio dell'orecchino, mi tradusse tutti i suoi
      significati : d'addio, di confidenza, e di civetteria amara e
      meravigliosa! Così, adesso, avevo saputo che era anche civetta
      la mia cara innamoratella! Senza conoscersi, certo, ma lo era.
      Difatti, quale altro saluto di donna potrebbe mai esprimere una
      civetteria più bella di questa sua, nella sua ignoranza?
      Mandarmi in ricordo non il segno d'una mia carezza o di un
      bacio, ma di un maltrattamento infame. Come a dirmi: anche
      i tuoi maltrattamenti sono cose d'amore, per me.
      Provai la tentazione furiosa di tornare indietro, correndo fino
      alla Casa dei guaglioni. E di coricarmi accanto a lei, di dirle :
     "Fammi dormire un poco insieme a te. Partirò domani. Non
      dico che dobbiamo fare l'amore, se tu non vuoi. Ma almeno
      lascia che io ti baci qua, all'orecchio, dove ti ho ferito".
      Già però il marinaio, ai piedi della scaletta, stracciava i nostri
      biglietti per il controllo; già Silvestro saliva, assieme a me,
      la scaletta. La sirena dava il fischio della partenza.
      Come fui sul sedile accanto a Silvestro, nascosi il volto sul
      braccio, contro lo schienale. E dissi a Silvestro : " Senti, non
      mi va di vedere Procida che si allontana e si confonde, diventa
      quasi una cosa grigia...Preferisco fingere che non sia esistita.
      Perciò, fino al momento che non se ne vede più niente, sarà
      meglio ch'io non guardi là. Tu avvisami, fino a quel momento."
      E rimasi col viso sul braccio, quasi in un malore senza nessun
      pensiero, finchè Silvestro mi scosse con delicatezza, e mi disse :
      " Arturo, su, puoi svegliarti".
      Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme,
      sconfinata come un oceano. L' isola non si vedeva più.  (...)


           Elsa  Morante  da      L' Isola di Arturo

Ida Rendano - Ninna Nanna

 
 



                   ..quanno aggià aspettà pe sta cu te stasera, cu sta luna chiena…


domenica 22 gennaio 2017

PER UNO SOLO DEI TUOI CAPELLI...




Fammi la carità: dammi uno solo dei tuoi capelli
onde io possa cucirmi le palpebre
e conservare - non vedendo altre donne -
eterna negli occhi
la visione della tua bellezza...


                                                                   ***


Io amo Dio che ha fatto i sogni
ché, se non ho potuto stare con te nella realtà
ti ho abbracciata nei miei sogni.


                                                            ***


Ieri sera e stanotte - in sogno -
la trave si era rotta ed io ero caduto in acqua:
la trave eri tu, l'acqua il mio pianto.
Perché te ne sei andata, amica mia?


                                                           ***


Se io ti rapisco - o donna - si dirà : il ladro,
al cielo ha preso la stella e alla terra il fiore.



            da      Canti d'amore africani




Mina - Venti parole

 
 
 



      ...ragazzo vestito di bianco e d'arancio...per guanciale il tuo corpo mi dai...






sabato 21 gennaio 2017

LA RESA




Scivolo dentro al morso che mi dai,
dentro al male che ti regalo.
Punta al collo - dici - al centro
tra memoria e voce, nel rosso.

Forse è amore questo o solo
ritmo della specie
nella sintassi dei corpi.
E' la resa alla fine,
la testa china nel rettangolo bianco
di cadute e ricordi.
- Un cielo dentro l'altro.

Domani altri padroni
nel nome scelto per questa fine.



      Gabriela  Fantato  da    Northen  Geography



Nancy Sinatra - Bang Bang

 
 



          bang...bang...lui mi ha sparato e non ha preso il tempo per mentire...

VITA CONTEMPLATIVA & VITA ACTIVA



(...) Forse la più  importante fra le conseguenze spirituali delle
      scoperte dell'età moderna e, nello stesso tempo, la sola che non
      poteva essere evitata perché strettamente connessa con la
      scoperta del punto di Archimede e con il concomitante
      insorgere del dubbio cartesiano, è stato il rovesciamento dell'
      ordine gerarchico tra la Vita contemplativa  e la Vita activa.
      Per comprendere come fossero impellenti i motivi che
      determinarono tale rovesciamento, prima di tutto è necessario
      liberarsi dal pregiudizio corrente che ascrive lo sviluppo della
      scienza moderna, a causa della sua applicabilità, a un
      desiderio pragmatico di migliorare le condizioni della vita
      umana sulla  Terra. E' un fatto storico che la tecnologia
      moderna trae origine non dall'evoluzione di quegli attrezzi che
      l'uomo ha sempre inventato con  il duplice scopo di agevolare
      la propria fatica e di costruire un mondo artificiale, ma
      esclusivamente da una ricerca conoscitiva assolutamente non
      pratica e priva di utilità. Così l'orologio, uno dei primi
      strumenti moderni, non fu inventato per finalità pratiche, ma
      esclusivamente per lo scopo altamente " teoretico" di
      effettuare certi esperimenti con la natura. Questa invenzione
     - certo - una volta che l'utilità pratica ne divenne evidente,
      mutò interamente il ritmo e la fisionomia della vita umana; ma
      dal punto di vista degli inventori fu meramente accidentale.
      Se avessimo dovuto contare solo sui cosiddetti istinti pratici
      dell'uomo, non sarebbe mai esistita una tecnologia, e sebbene
      oggi le invenzioni tecniche già esistenti abbiano un certo
      potenziale che genererà probabilmente fino ad un certo punto
      altri progressi, è improbabile che il nostro mondo tecnicamente
      condizionato potrebbe sopravvivere, e tanto meno svilupparsi
      ulteriormente, se finissimo per convincerci che l'uomo è
      essenzialmente un essere pratico.  (...)


           Hannah  Arendt   da     Vita Activa

SULLA BANALITA' DEL MALE

 
 



Nel 1961, Hannah Arendt ( filosofa- allieva di Heidegger - storica
e scrittrice tedesca naturalizzata statunitense ), seguì le 120 sedute del processo Eichmann ( il famigerato criminale nazista ) come
inviata del settimanale New Yorker a Gerusalemme. Il resoconto di quel processo e le considerazioni che lo concludevano furono
pubblicate sulla rivista e poi riunite nel 1963 nel libro " La
banalità del male". La prima reazione della Arendt alla vista di
Eichmann fu più che sinistra : lei sostenne che " le azioni erano
mostruose, ma che chi le compì era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso". Ciò che la Arendt scorgeva in Eichmann
non era neppure stupidità, ma qualcosa di ancor più negativo: l'
incapacità di pensare :il criminale aveva sempre agito all'interno
dei ristretti limiti permessi dalle leggi ( naziste ) e dagli ordini.
Quegli atteggiamenti erano la componente fondamentale di quella
che poteva essere vista come cieca obbedienza. Inoltre, egli non era l'unica persona che appariva normale, mentre gli altri
burocrati apparivano come mostri, ma vi era una massa compatta
di uomini " perfettamente normali " i cui atti erano mostruosi.
Dietro questa  terribile " normalità" della massa burocratica, che  era capace di commettere le più grandi atrocità che il mondo avesse mai visto, la Arendt rintracciava la questione della
" banalità del male ".




                                        (  f. )


                      

venerdì 20 gennaio 2017

L' UNICO BACIO




Conserva di me - almeno -
l'ostia sconsacrata
di quell'unico bacio
che ti divorai per fame
e che forse a te
nemmeno più è rimasto.

Ma poi che importa.

In fondo, quelle più struggenti
sono proprio le pievi senza altare,
dove l'anarchia dell'erba
commuove più di un alleluja.


        frida



 
 



            

RITRATTO DI DONNA




Deve essere a scelta.
Cambiare, purchè niente cambi,
è facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
Ha gli occhi - se occorre - ora azzurri, ora grigi,
neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
Dorme con lui come la prima venuta, l'unica al mondo.
Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
Ingenua, ma è un'ottima consigliera.
Debole, ma sosterrà.
Non ha la testa sulle spalle, però l'avrà.
Legge Jaspers e le riviste femminili.
Non sa a che cosa serva questa vita, e se costruirà un ponte.
Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.
Tiene nelle mani un passero con l'ala spezzata,
soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
una mezzaluna, un impacco, un bicchierino di vodka.
Dov'è che corre, non sarà stanca?
Ma no, solo un poco, molto, non importa.
O lo ama, o si è intestardita.
Nel bene, nel male e per l'amore di Dio.


     Wislawa  Szymborska    da    Elogio dei sogni

Barbra Streisand - Woman in love

 
 


   
         Quando occhi incontrano altri occhi il sentimento è grande...                            

giovedì 19 gennaio 2017

JANET FRAME - IL PRINCIPE FELICE




Nella registrazione per bambini del Principe Felice,
prima che ogni foglia dorata si stacchi dal corpo del principe,
la voce comanda : Volta pagina, Volta pagina,
come se i bambini non sapessero quando voltarla
e bastasse loro una sola riga per molti anni,
scorrendo e rimbalzando rumorosamente sulle parole
e frantumando le lettere giuste per trovare un giaciglio.
Volta pagina, Volta pagina.

Quando poi il Principe Felice perde gli occhi
e danno il suo cuore sciolto ai poveri,
e prendono il suo corpo dalla piazza e lo bruciano,
non c'è più  bisogno di comandare Volta pagina,
perché i bambini sono cresciuti e sanno quando voltarla,
e, sapendo - quando - non sapranno mai più - dove -.


       Janet  Frame da     The Goose Bath


 
 
 


                     

DESTINO

 
 
 


                                               frida   dal   Parco Vigeland di Oslo



Se piango, non temere:
non ti sarò vento agli occhi
né scroscio improvviso
di un destino a caso.

Fa' che ti tenga
lasciandoti andare.


          frida

Kristina Train - I'm Wandering

 
 


                         Sto vagando... semplicemente girovagando...                   

mercoledì 18 gennaio 2017

SESSO E CIBO : PASSIONE E UN PIZZICO DI IRONIA



1 ) Sesso e cibo sono i grandi motori della storia: conservano e
     diffondono la specie, provocano guerre e ispirano canzoni,
     informano le religioni, la legge e l'arte. L'intero creato è
     processo ininterrotto di digestione e fertilità : tutto si riduce a
     organismi che si divorano l'un l'altro, si riproducono, muoiono,
     fertilizzano la terra e rinascono trasformati. Sangue, seme,
     sudore, cenere, lacrime e l'incurabile immaginazione poetica
     dell'umanità alla ricerca di un senso...

                Isabel  Allende  da      Afrodita


2 ) Fra cibo e sesso esiste una sottile parentela che si chiama
    " incorporazione". Cibo e sesso infatti sono due modi per entrare
      nel corpo e ricostruire quel corpo - a- corpo  che abbiamo
      conosciuto all'origine nel ventre di nostra madre.

                Umberto  Galimberti  da      Publimania


3 ) Il vincolo tra il cibo e il  piacere sessuale è la prima cosa che
     impariamo quando nasciamo. La sensazione del lattante
     attaccato al capezzolo, immerso nel calore e nell'odore della
     madre, sono puramente erotiche e lasciano  una traccia
     indelebile per il resto della vita.

                       Isabel Allende  da     Afrodita


4 ) La cioccolata dà dipendenza, è eccitante come il caffè: contiene
     l'alcaloide teobromina, ma possiede anche un valore simbolico
     nei rituali del corteggiamento amoroso. Quale donna non ha
     visto crollare le proprie difese davanti a una scatola di
     cioccolatini?

                 Isabel  Allende  da        Afrodita


5 ) Io ti amo : secondo me tu sei la più bella invenzione dopo i
     profiteroles .

         Robin Williams ad  Amanda Plummer   da   La Leggenda del Re Pescatore


   6 )                              Le Golose

                Perché non m'è concesso
               ( o legge inopportuna ! ),
                di farmivi dappresso,
                baciarvi ad una ad una,
                o belle bocche intatte
                di giovani signore,
                baciarvi nel sapore
                di crema o cioccolatte ?

                  Guido  Gozzano  da    " Le Golose "  Poesie Sparse


7 ) La banana è un animale imparentato con il figlio prediletto
     dell'uomo, quel figlio nascosto che ogni uomo porta con sé nel
     sul del corpo, un figlio che ama svisceratamente e che mai
     scapperà da casa in tutta la sua tormentata vita di uscite e
     rientri senza la benché minima possibilità di evadere dalle
     proprie radici. Mangiare una banana ha sempre un pizzico di
     atto irreparabile e suscita nelle donne la stessa curiosità della
     scomparsa di un coniglio nel cappello del prestigiatore.

               Mànuel  Vasquez Montalbàn  da       Ricette  Immorali



8 ) La vulva di pecora e le mammelle di vacca sono eccitanti
     infallibili, stando alle testimonianze di Messalina e di altre
     donne di dubbia virtù; ma per solidarietà femminile omettiamo
     le ricette .

                      Isabel  Allende  da     Afrodita


9 ) E per concludere, non si deve dimenticare il fico, che in tutte le
     lingue simboleggia i genitali femminili : eccomi dunque tornato
     al Mito del Paradiso !

                   Georg  Groddeck   da      Il  Mito  dell'  Es
               
    


               Enrico  Giacovelli  da      Ma l' amore sì


 
 
 
 



                          

martedì 17 gennaio 2017

MELANIE KLEIN - LA PSICOANALISI DEI BAMBINI



(...) Fu partendo dalla considerazione della differenza che esiste
       fra psiche infantile e psiche degli adulti che trovai la via per
       giungere alle libere associazioni del bambino, e quindi alla
       comprensione del suo inconscio. Le caratteristiche particolari
       della psicologia del bambino mi hanno permesso di elaborare
       la tecnica dell'analisi del gioco. Attraverso i giochi, il bambino
       esprime in maniera simbolica le sue fantasie, i suoi desideri e
       le sue esperienze reali. Egli usa lo stesso modo di esprimersi
       arcaico e filogenetico, lo stesso linguaggio - per così dire - che
       ci è familiare nei sogni, e noi lo possiamo comprendere
       veramente solo se lo trattiamo nel modo in cui Freud ci ha
       insegnato a trattare il linguaggio dei sogni, di cui
       l'interpretazione simbolica costituisce solamente una parte. Se
       vogliamo comprendere correttamente il gioco del bambino,
       dobbiamo valutarlo in relazione a tutto il comportamento
       durante l'ora di analisi, non dobbiamo accontentarci di
       cogliere isolati significati simbolici, per straordinari che essi
       possano essere. Dobbiamo invece tenere presenti tutti i
       meccanismi e i modi di rappresentazione, che sono gli stessi
       che caratterizzano il lavoro onirico, e non dobbiamo perdere
       mai di vista il rapporto di ogni singolo fattore con la
       situazione totale. L' analisi dei bambini ci ha indicato
       ripetutamente che un singolo giocattolo o il singolo particolare
       di un gioco possono assumere i più diversi significati. Ci è
       possibile afferrarne il senso solo quando conosciamo le altre
       correlazioni nel contesto del gioco stesso e ci è chiara la
       situazione analitica generale della quale fanno parte. Una
       bambola, per una bambina - per esempio - può rappresentare
       a volte il pene, a volte il bambino che elle vuole rubare alla
       madre, altre volte ancora lei stessa. Effettivi risultati analitici
       si posso ottenere solamente se riusciamo a mettere in chiaro
       il rapporto tra questi elementi del gioco e il senso di colpa
       del bambino, interpretandoli fino ai loro minimi dettagli.
       Tutto il caleidoscopio, spesso apparentemente privo di
       significato che i bambini ci mostrano in una sola ora di analisi
       -il soggetto dei loro giochi, il modo in cui giocano, i mezzi che
       impiegano, le motivazioni di un cambiamento di gioco- tutto
       questo insieme di atti ha una sua logica e può rivelare il suo
       significato se lo si saprà interpretare così come noi
       interpretiamo i sogni. Il gioco infatti è il mezzo di espressione
       più importante del bambino.   (...)



                Melanie  Klein  da     La Psicoanalisi dei bambini

John Williams - Lullaby For An Angel

 
 


                                                     Ninna Nanna per un angelo....


domenica 15 gennaio 2017

EPICURO : SUL TEMA DEL MALE



    "  La Divinità o vuole abolire il male e non può, o può e non
        vuole; o non vuole né può ; o vuole e può. Se vuole e non può,
        bisogna ammettere che sia impotente, il che è in contrasto
        con la nozione di divinità; se può e non vuole, che sia
        malvagia, il che è ugualmente estraneo all'essenza divina; se
        non vuole e non può, che sia insieme impotente e malvagia;
        se poi vuole e può - sola cosa conveniente alla sua essenza -
        donde provengono i mali e perché non li abolisce?  ".


                  Epicuro,   Frammento 374


Mozart - Requiem, Dies Irae

 
 


                   
 " Perché - se esistono gli angeli, a nessuno di loro spetta il compito di impedire che sulla terra avvengano cose che dovrebbero accadere solo nell'Inferno più profondo ? "


           Christine  Lavant  da Appunti da un manicomio

VORREI GUARDARE BENE NEGLI OCCHI...




Vorrei guardare bene negli occhi tutte le offese,
e dire loro che niente al mondo è privo di salvezza
e che nessuna di loro mi ha offeso davvero,
perché ogni volta lo specchio dell'umiltà
cresceva dietro i loro colpi.
Più di tutto devo consolare le prime,
quelle che Dio ha gettato sulla mia infanzia
da altre infanzie
nella minuscola aiuola del mio amore.
Ora è arrivato il tempo del perdono.
Sarà perché sto per morire,
o perché tutto ciò che nutriva la mia vita
cade nelle mani della morte.
Forse la gioia è davanti alla mia porta,
una gioia cristallina e dura
che viene dalla forza più profonda della terra?
Prima che arrivi, devo mettere le monetine della pace
sugli occhi di tutte le offese
e aver completato il perdono
con la commozione del cuore.


    Christine  Lavant   da  Poesie scelte da Thomas Bernhard

Gabriel Fauré - Sicilienne for Cello e Piano

 
 


          Vorrei dire che al mondo niente è privo di salvezza....                           

LES MULHERES...



"Les Mulheres que escrevem vivem perigrosament"


           Stefan Bollmann,  Lisboa 2006



 E' una storia vecchia, vecchissima, anzi. E vale non solo per le  donne che scrivono, ma anche per quelle che pensano, che leggono, che amano e che vogliono vivere con dignità la loro vita  di esseri umani indipendenti. O c'è ancora ( sotto sotto ) il concetto che siamo una " costola di Adamo? "

             frida

Agorà - Alejandro Aménabar

 
 


                                                 Ipazia e il moto della terra