martedì 21 novembre 2017

LA MORTE ( di Jung ) 1

 
 

 "L'aspectus mortis è un momento di estrema solitudine, se al cospetto di Dio si viene privati di ogni cosa ".




" L' unica difficoltà sta nel liberarsi dal corpo, nello spogliarsi e
  svuotarsi del mondo e della volontà dell' Io. Quando si riesce a
  rinunciare alla forsennata volontà di vivere e succede come di
  cadere in una nebbia senza fondo, allora inizia la vera vita con
  tutto quello a cui si era destinati e che non si era mai raggiunto.
  E' un'esperienza di ineffabile grandezza. "

            ( Lettera alla dott.ssa Kristine Mann, 1 febbraio 1945 )  




" Ho buoni motivi per supporre che le cose non finiscano con la
  morte. Sembra che la vita sia un intermezzo di una lunga
  vicenda. Esisteva già prima che esistessi io e continuerà molto
  probabilmente anche dopo, quando sarà finito quest' intervallo
  conscio in un'esistenza a tre dimensioni ".

               ( Lettera a una destinataria anonima, 19 novembre 1955 )



" L' idea del suicidio, per quanto possa essere umanamente
  comprensibile, non mi sembra raccomandabile. Viviamo per
  raggiungere il maggiore sviluppo spirituale possibile e per
  ampliare quanto più possiamo la nostra coscienza. Finchè la vita
  è possibile, sia pure solo in misura minima ( o finchè essa lascia
  intravedere un senso, sia pur minimo ), bisognerebbe tenere
  stretta la vita e sfruttarla fino in fondo per raggiungere l'obiettivo
  della presa di coscienza. Interrompere la vita prematuramente
  vuol dire arrestare un esperimento che non abbiamo progettato
  noi, ma in cui ci siamo trovati coinvolti e che dobbiamo fare di
  tutto per condurre a termine ".

              ( Lettera a un destinatario anonimo, 10 luglio 1946 )



" Confesso che ho paura di una lunga sofferenza. Credo di essere
  pronto a morire, anche se pare che in me divampino ancora
  pensieri intensi, come lampi in una sera d'estate. Ma no, non 
  sono miei pensieri, essi appartengono a Dio, come tutto quello
  che è degno di menzione. "

                     ( Lettera a padre Victor White, 18 dicembre 1946 )




" L' imminenza della morte e la visione del mondo in  conspectu
  mortis sono effettivamente esperienze singolari : il senso del
  presente si estende al di là del quotidiano, rivolgendosi ai secoli
  passati e proiettandosi in un futuro non ancora sorto ".

              ( Lettera al dott  Adolf Vischer, 21 marzo 1951 )


                     da    Incontri con la morte


Nessun commento:

Posta un commento