mercoledì 18 ottobre 2017

CIRCOLAZIONE A PIU' CUORE 1



LA FAVOLA BELLA ( ALLA FIDANZATA FAUSTA )

7 Luglio 1944


Mia carissima Fausta,
sono le cinque del pomeriggio; tra un'ora è il nostro tempo, ma oggi vi sarà silenzio fra gli argini e l'erba resterà delusa sotto il sole inutile.
Sono qui, a casa mia, solo : da pochi giorni il comando americano l'ha lasciata libera e io vi subentro. La casa è vuota e la mia presenza raccoglie intorno a sé ricordi e voci, un modo dissolto e dolce.
E tu così giungi a me - Fausta - e non mi lasci : tu, presente e assente, ti muti in immagine, in voce, in una forma lieve e indistruttibile.
Mentre ti scrivo non sono triste: piuttosto una malinconia affettuosa, come un'ansia contenuta di carezze che non ti possono raggiungere. Sei lontana - sai - lontana " come Iddio nel Paradiso". E non mi resta che un insistere nel chiamarti, nel dire il tuo nome. Lo dico come prima ti accarezzavo i capelli, ti parlavo, per sentirti viva e presente. Ma la tua assenza è dissolta nell'aria in cui vivo: sono con te - ora - e sempre sarò con te . La tua cara voce, affettuosa e lontana, è qui vicina, anche se non afferro le parole, forse perché tu parli volta altrove, pur parlando a me.
Non sono ricordi che affiorano: è piuttosto una memoria diffusa e fuori del tempo, la mia: tu esisti penetrata in me, nel mio sangue, nel mio esistere. Ora ho sentito con un'intensità silenziosa e profonda quanto tu mi sia legata: la tua assenza mi insegue, il mio non trovarti nell'immensa città mi lascia disperso. E alla insensata dolcezza del mio chiamarti, tu rispondi col tuo sorriso quieto e distante, il volto piegato in avanti.
Mia cara, questo è il mio parlare con te, nella sera morbida e serena. Morbida e serena come le sere sugli argini, tra i binari e la radura, quando la luce si stendeva così buona su di noi, così affettuosa.
E ancora vorrei stringerti a me - come allora- in silenzio e sperduto: sentire la tua testa sulla spalla, il tuo fiducioso riposarti.
E stare vicini - così - e sentire, come allora, come sempre, tutto il nostro male che si dissolve in quella vicinanza, che si annienta nel quieto miracolo delle mani che si stringono, delle teste appoggiate.

Ti bacio e abbraccio con infinito affetto

                        Giorgio


   Giorgio Manganelli   da  Circolazione a più cuore ( Lettere familiari )

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