giovedì 31 agosto 2017

IL SEGRETO DEL FIGLIO 1



                                                                 Padre e figlio - Daniele Lancini



(...) Il nostro  tempo sostiene- in diverse forme - la necessità del
      dialogo tra genitori e figli come principio educativo prioritario.
      Di fronte al lento, sebbene traumatico, processo di erosione
      dell'autorità paterna che ne ha visto dissolvere ogni versione
      padronale, il dialogo sembra aver preso giustamente il posto
      del comando brutale che avevano caratterizzato il volto
      tristemente noto del padre- padrone . Un cambiamento epocale
      è avvenuto: padri e figli si trovano in una prossimità
      sconosciuta sino a poco tempo addietro. I padri non sono più il
      simbolo della Legge ma - come le madri - si occupano anche
      del corpo, del tempo libero e degli affetti dei loro figli.
      Questa prossimità - effetto del giusto indebolimento dell'
      autorità paterna - può essere certamente salutata come una
      positiva emancipazione del discorso educativo da princìpi
      normativi eccessivamente rigidi. Mai nessun tempo come il
      nostro ha dedicato tanta attenzione premurosa al rapporto tra
      genitori e figli. Il figlio assomiglia sempre più a un principe
      al quale la famiglia offre i suoi innumerevoli servigi. Il rischio
      è che questa premura inedita giustifichi un'alterazione della
      differenza simbolica che distingue i figli dai genitori: i figli
      rivendicano la stessa dignità simbolica dei loro genitori, gli
      stessi diritti, le stesse opportunità. In questo modo la
      prossimità che caratterizza il nuovo legame tra genitori e
      figli rischia di avallare una vicinanza di eguali - o peggio -
      una sorta di immedesimazione confusiva frutto di un'
      orizzontalizzazione del legame che smarrisce così ogni senso
      di verticalità. La retorica pedagogica del dialogo - oggi
      imperante - è , ai miei occhi, un effetto macroscopico di
      questa confusione.
      Lo stesso discorso vale per la parola " empatia" divenuta
      egemone e imprescindibile in ogni ragionamento psico-
      pedagogico. Una supposizione di fondo ne sostiene un uso
      inflazionato: parlare con i figli significa capire i figli,
      riconoscersi in loro, condividere le loro gioie e le loro
      sofferenze- insomma - vivere la loro vita.
      Non è questo il modello politically correct che deve essere
      sostenuto e diffuso? E chi - del resto - si sognerebbe di negare
      l'importanza del dialogo e della comprensione empatica nel
      rapporto tra genitori e figli? (...)


       Massimo  Recalcati     da       Il segreto del figlio

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