martedì 18 luglio 2017

JEUX DE MASSACRE


 
 
posassi la tua mano non più per solitudine...



JEUX DE MASSACRE

Da poco gli amanti sono dissolti
umidi e stanchi. E' quasi l'alba.
Ah, io bevo e a mia madre so scippare
dal suo fodero d'abete un po' di vita ancora
- miserabile calore.
E di te grido, amore, allo stellato incerto
a un'alba di cotone. Ebbra è l'aria e io
posassi la tua mano - penso - sulla mia fronte
la tua mano, quanta morte darei
per un massacro vano. Ma resto solo
e vivo, picchio la testa, come vedi scrivo:
fossero viole le voci, sarei di primavera!
Mi allontano invece, deraglio dalla vita.
Posassi la tua mano - non più per solitudine
per amore infine saprei farla finita.



                                         ***


APPENDICE A " UN TU NON IPOTETICO E CARO"

Devo dirti che non l'acqua mi manca
o il pane o il letto dove sfinirsi.
Neppure una donna a seni e alghe.
Non la strada rivoltosa mi manca
o il caffè delle chiacchiere intonate.
Né il privilegio di oziare in contemplazione
mentre fuori la stagione trascolora
e l'edera attecchisce con astuzia senile.
Ho voglia di cose disamorate e vive
- non sogni tastiere evocative - poiché
l'amore, l'imponderabile non vivono
che in te, trafugati e spenti.
E' dentro il tuo viso che nasce la devozione
della mia solitudine. Non m'assolvesti
quando un'esenzione chiedevo da quel grumo
d'angoscia in cui sono innestato.
Non è l'amore un ragazzo cieco, violentato:
c'è una logica del profitto anche in amore.
Così per amore torno a contraddirmi.



        Ferruccio  Benzoni    da     La casa sul porto


  


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