domenica 2 luglio 2017

DIARI DI SUSAN SONTAG

 
 
 
 
Ho una bella sensazione: ho avuto tutto; tutto sta andando per la mia strada...


Questo è un estratto del testo integrale degli appunti scritti in modo discontinuo e spesso estemporaneo tra il 1958 e il 1967 su taccuini e fogli sparsi ritrovati negli appartamenti di New York dopo la morte di Susan Sontag. La scrittrice aveva l'abitudine di riempire i momenti di ozio fermando sulla carta i pensieri, le impressioni e
gli umori della giornata. Nei diari si trovano così i dettagli della vita privata, annotata con cura ansiosa, ma anche abbozzi di romanzi, giudizi su film appena visti, articoli o libri letti. Il filo conduttore è l'intima ricerca di quella coerenza umana e intellettuale che è uno dei tratti inconfondibili del suo volto pubblico. 




30 Dicembre 1958

La mia relazione con Harriet mi turba. Io vorrei che non fosse pensata, premeditata, ma l'ombra delle sue aspettative rispetto a ciò che dovrebbe essere una " storia", sconvolge il mio equilibrio, mi fa annaspare. Lei con le sue insoddisfazioni romantiche, io con i miei bisogni e i miei desideri romantici...
Un dono inatteso: che è bella. La ricordavo decisamente non bella,
piuttosto volgare e poco attraente. E' tutto fuorché questo. E per me la bellezza fisica è enormemente, quasi morbosamente importante.

SUL TENERE UN DIARIO

Superficiale intendere il diario solo come ricettacolo dei propri pensieri privati - segreti - come se fosse un confidente sordo, muto
e analfabeta. Nel diario non mi limito ad esprimere me stessa più
apertamente di quanto potrei fare con un'altra persona: creo me stessa. Il diario è un mezzo per darmi un senso di identità. Mi
rappresenta come emotivamente e spiritualmente indipendente.
Perciò ( purtroppo ) non registra semplicemente la mia vita
concreta, quotidiana , quanto  piuttosto - in molti casi - ne offre
un'alternativa.
C'è spesso una contraddizione tra il modo in cui ci rapportiamo con una persona e ciò che in un diario diciamo di provare per quella persona. Ma questo non significa che quello che facciamo
è superficiale, e che solo quello che confessiamo a noi stessi è
profondo.Le confessioni, e naturalmente intendo le confessioni sincere, possono essere più superficiali delle azioni. Sto pensando adesso a quello che oggi ho letto su di me nel diario di H - quel
giudizio secco, sleale e ingeneroso su di me in cui dice in conclusione che non le piaccio veramente, ma che la passione che
provo per lei è accettabile e opportuna. Dio sa se fa male, e sono
indignata e umiliata. Raramente sappiamo quello che gli altri pensano di noi ( o meglio, che pensano di pensare di noi...).
Mi sento in colpa per aver letto quello che non era destinato ai miei occhi? No. Tra le principali funzioni ( sociali ) di un diario c'è proprio quella di essere letto furtivamente da altre persone, quelle
persone  ( come i genitori e gli amanti ) su cui si è stati crudelmente sinceri solo nel diario. E H lo leggerà mai questo?


SCRIVERE

E' corruttore scrivere con l'intento di moralizzare, di elevare i
principi morali degli altri.
Nulla mi impedisce di essere una scrittrice se non la pigrizia. Una
buona scrittrice.
Perché scrivere è importante? E' soprattutto  una questione di egotismo, suppongo. Perché voglio essere " quella" persona, uno scrittore, e non perché ho qualcosa da dire. E tuttavia, perché non anche quello? Rafforzando un po' il mio ego, come attraverso il
fait accompli offerto da questo diario - conquisterò la certezza di avere anch'io ( io ) qualcosa da dire, qualcosa che dovrebbe essere detta. Il mio Io è gracile, cauto,troppo sano di mente. I buoni scrittori sono egotisti sfrenati fino al punto della fatuità.  Gli
uomini sani di mente, i critici li correggono  - ma la loro sanità mentale è parossistica  e vive della fatuità creativa del genio.



2 Gennaio

Mio povero, piccolo ego, come ti senti oggi?
Non benissimo, temo - piuttosto ammaccato, dolorante, traumatizzato-. Calde ondate di vergogna e tutto il resto. Non mi ero illusa pensando che fosse innamorata di me, ma ero convinta di piacerle.



19 Novembre 1959

L'arrivo dell'orgasmo ha cambiato la mia vita. Mi sento liberata, ma non è questo il modo giusto di dirlo. Più importante: mi ha limitato, ha chiuso delle possibilità, ha reso chiare e nette le alternative.Non sono più illimitata. E cioè un niente.
La sessualità è il paradigma. Prima, la mia sessualità era orizzontale, una linea infinita suddivisibile all'infinito. Ora è verticale; e sale e ricade. Oppure niente.
L'orgasmo mi fa concentrare: ho una gran voglia di scrivere. L'arrivo dell'orgasmo non è la salvezza,ma qualcosa di più : la nascita del mio ego. Non posso scrivere finchè non trovo il mio ego. L'unico tipo di scrittore che potrei essere è il tipo che si espone. Scrivere è spendersi, giocarsi d'azzardo. Ma fino ad ora non mi era piaciuto nemmeno il suono del mio nome. Per scrivere
devo amare il mio nome. Gli scrittori sono innamorati di se stessi
e i libri che scrivono nascono da quell'incontro e da quella violenza.



24 Dicembre

Il mio desiderio di scrivere è connesso alla mia omosessualità.
Ho bisogno di quell'identità come di un'arma, da contrapporre all'arma che la società usa contro di me.
Ciò non giustifica la mia omosessualità. Ma mi accorderebbe - lo
sento - una certa licenza.
Solo adesso mi rendo conto di quanto mi sento in colpa d'essere omosessuale. Con H ero convinta che la cosa non mi turbasse, ma
mentivo a me stessa. Ho fatto in modo che gli altri credessero che il mio vizio fosse H , e che se non fosse per lei non sarei omosessuale, o almeno non prevalentemente.

Essere omosessuale mi fa sentire più vulnerabile.



1960


Cogito ergo est.





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