domenica 11 giugno 2017

NENIA, NEL CANAVESE

 
 


              Correremo via insieme, non ci sentiremo più male...( Fuera de mi )



Avevano l'altezza che ha l'arbusto
del mirto nero e stretto contro il muro,
camminavano insieme, egli robusto
il corpo, il volto soleggiato e duro,
ella infiammata e ondata da uno scialle
nel dolce portamento delle spalle.

Ora tra i muri o al più lontano prato
o in altra parte non li puoi trovare,
nemmeno discendendo fino al mare.
Fuori del luogo dove il tempo è stato
nessun ricordo si vede o si tocca.
Non c'è più fiato in loro, non c'è bocca.

Erano lì dove il mirto ha fiore.
Più meraviglia morte che l'amore.


    Agostino Richelmy   da       Poesia del disgelo

2 commenti:

  1. Ha il tono e il ritmo di un'antica ballata questa bella poesia, come raccontasse una vicenda fiabesca o leggendaria...
    E il verso finale suona quasi come una sorta di morale della favola, ma senza pesantezza nè dolore.
    Grazie!!!

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  2. L'autore - purtroppo - di dolore ne patì tanto nella parte finale della sua lunga vita, tanto che la morte sua ( e quella della moglie tanto amata ) fu volutamente tragica. Conoscendo questa circostanza, a me questa poesia è parsa quasi premonitrice di ciò che sarebbe accaduto e allora mi sento come assalire da vago sgomento.
    Ma non posso dimenticare che fu un galantuomo d'altri tempi, e così voglio qui ricordarlo e rendergli il dovuto omaggio: persona come ormai non ne esistono più, nonché fine poeta e traduttore specialmente dei classici latini. Per la sua opera culturale, silenziosa e instancabile, ebbe il plauso - tra gli altri - di Montale.

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