lunedì 1 maggio 2017

Il Genio di Beethoven - Symphony N.7 in A Maggiore, op.92. Allegretto ( 2 )


(...) Nella ripresa dell'episodio principale il tema ritorna in nuove
      combinazioni timbriche, un lavoro di cesello che allontana il
      patetico concentrandosi sui particolari; si divide anche in un
      breve episodio fugato quasi tutto di spettanza degli archi, 
      prima di riaffermare la sua autorità a orchestra piena. Ritorna
      il trio, uguale ma abbreviato, come abbreviata è la ripresa del
      primo episodio, con l'ultima comparsa del tema ritmico;
      destituito di ogni corporeità, distribuito fra duetti di fiati ( flauti
      e oboi, oboi e clarinetti, fagotti e corni ) ai quali gli archi
      rispondono solo in pizzicato; c'è come un rifiuto di ritorni
      tematici troppo pronunciati, di schemi formali rispettati.
      All' Allegretto non resta che ritirarsi, in una dissolvenza di
      pizzicati e staccati, fino a riprendere il suo posto nell'accordo
      di quarta e sesta che l'aveva aperto e ora lo chiude. Ha ragione
      Berlioz a dire che questo accordo, per il suo senso armonico
      incompleto è  il solo che poteva consentire una conclusione,
      lasciando l'ascoltatore nell'incerto: cogliendo così la profonda
      modernità psicologica della soluzione.  (...)


      Giorgio Pestelli   da   Il  Genio di  Beethoven

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