mercoledì 19 aprile 2017

VOLTARSI INDIETRO

 
 


                    I grandi amori si riconoscono quando uno se ne va e l'altro resta...



Sarebbe bastato un sorriso a chiudermi la bocca.
Un sorriso immaginato tra le pieghe del sangue,
proprio dove una lacrima mi ha accoltellata,
proprio dove le parole uccidono di più,
al centro di un cuore ammalato di sogni.
- D'accordo, il teatro era truccato sin dalle prime scene -
e a noi era toccata la parte degli amanti clandestini
a vita, ben noti alle morti effimere.

Il mio sorriso ha una violenta forza di dura allegria
e dolcezze conquistate a fatica;
ma so ancora lacerarmi il cuore quanto basta con la lama
beffarda di una luna a metà, tra passi che risuonano
sul selciato tagliente e le voci che ancora avverto
ma che altri - per dono o per maledizione -
hanno dimenticato.

- Sarà domani - mi dici.
- Forse -
Ma quello che sento adesso è il gelo
di un inverno che non smette di bruciarmi le dita.


             frida



4 commenti:

  1. Scrivi "il teatro era truccato" e mi chiedo se esista un teatro truccato, ma il mio è un pedante realismo. Il teatro è finzione e la finzione è palese, non c'è trucco in questo gioco (affascinante). Chi può "barare" a questo gioco ? Gli attori ? Ma il pubblico (accorto) li smaschera. Il pubblico ? Potrebbe, ma non è detto che sia l'attore a non accettarlo e andarsene (è raro ma succede). Insomma il "teatro truccato" è troppo difficile.

    RispondiElimina
  2. Il tuo è un discorso prettamente razionale. Ma la poesia, essendo espressione di sentimento, viaggia su un altro binario. Anche le metafore, se pur poco comprensibili alla luce della ragione, hanno una loro cittadinanza. Una volta - a scuola - ci dicevano che esistevano le cosiddette " licenze poetiche" , ma era un fatto soprattutto riferito alla versificazione. Poi, con l'avvento della poesia in" versi liberi" le cose sono cambiate. Oggi parlerei piuttosto di libertà di interpretazione - anche delle metafore - il cui senso non deve necessariamente corrispondere a ciò che aveva in mente l'autore . Ma allora - tu mi dirai - si tratta di un dialogo fra sordi, e ( se così fosse) a cosa serve?
    Non mi stancherò mai di dire che la poesia - come ogni altra forma d'arte - prima che interpretata, va " goduta " per il senso del Bello che suscita. O per i sentimenti che riesce a smuovere in noi giù fin nel profondo dell'anima. Parlo di " tutta" la gamma dei sentimenti che il cuore umano può contenere e rappresentare. E raccontare.
    Io,personalmente, mi accosto con rispetto a tutti questi sentimenti- nessuno escluso - con un senso che sta fra il mistero e la sacralità.
    Il resto lo lascio ai critici di professione.

    RispondiElimina
  3. Concordo con te, Frida. E penso che anche i critici di professione non debbano limitarsi a "smontare" un testo così some si sbullona un motore - scusa il paragone - per vedere com'è costruito, lavoro che pure ha una sua indubbia utilità.
    Ma - e lo sperimentavo proprio a scuola - tra le sottogliezze del lavoro di analisi, è importante non perdere la visione d'insieme del testo perchè se ne colga la bellezza, per lasciarlo parlare con la sua suggestione e - perchè no? - anche col suo mistero.
    Grazie!!!

    RispondiElimina
  4. Era esattamente quello che volevo dire, e per pensarla in questo modo, mi ci è voluto tempo ed esperienza.
    Un grazie sentito per il tuo prezioso contributo.

    RispondiElimina