martedì 7 marzo 2017

IN PRINCIPIO ERA L'EROS ( a proposito della poesia erotico- amorosa latina )



(...) A differenza della letteratura greca, che annovera al suo inizio
      sia la poesia epica che quella lirica, la letteratura latina, pur
      avendo anch'essa ai suoi esordi importanti opere di poesia
      epica, annovera soprattutto opere teatrali, ispirate quasi
      sempre alla grande tradizione drammatica greca.
      La poesia amorosa, sboccia nel I sec. a.C., quindi con  
      un secolo e mezzo di ritardo rispetto alle opere letterarie
      epiche e drammatiche , rappresentate essenzialmente a teatro
     ( specie quelle di Plauto dove l'eros, oltre a una funzione
     - diciamo - di divertissement, ha un intento didascalico ). 
      E non è un caso: il teatro presuppone un pubblico
      relativamente vasto, quale poteva considerarsi quello romano e
      latino, facente parte di uno Stato unitario in espansione, ciò
      che era invece improbabile in una situazione etnica e politica
      estremamente frazionata quale era quella della Grecia arcaica
      con le sue numerose pòleis spesso il lotta tra loro: a questa
      condizione si confaceva invece  la poesia lirica, creata e fruita
      da élite di iniziati spesso arroccate nelle isole. Un'altra
      differenza fu che quella latina, diversamente da quella greca,
      fu quasi esclusivamente ispirata al sentimento d'amore, cioè
      a quella complessa e spesso conflittuale miscela di slanci
      affettivi e sensazioni esaltanti o distruttive cui sovrintende il
      tirannico Eros.
      A proposito di questo, occorre tuttavia fare alcune precisazioni
      su ciò che i poeti latini, dai Poetae Novi  e da  Catullo
      fino agli Elegiaci  intendevano per amore, cioè sull'
      estensione semantica di tale parola e sulla sessualità nelle sue
      varie forme e ( per noi ) deviazioni, nonché sui diversi
      atteggiamenti esistenziali dei singoli poeti nei suoi confronti.
      Fra estasi tradimenti, ripicche, armistizi, rotture,
      rasserenamenti e depressioni, in ognuno di questi poeti d'amore
      e in ogni loro opera, la questione che è necessario chiarire -
      considerata la scabrosità dell'argomento-  è l'impatto che
      poteva avere con la morale corrente a quel tempo - e in alcuni
      ambienti anche oggi - con la realtà dell'eros omosessuale , ma
      ancor più dell' eros pederastico.
      Va precisato allora che  il rapporto omosessuale definito
      " pederastico" era diverso da quello significato dal nuovo
       termine " pedofilo". L'oggetto e soggetto dell'amore
       pederastico latino era il Puer, ma non il bambino: puer
       significa infatti non tanto fanciullo, quanto " ragazzo" o meglio
       ancora " giovinetto", indica cioè l'adolescente impubere fra
       i dodici e i diciassette anni, età in cui il puer liber assumeva
       la toga virilis. I bambini al di sotto di quell'età erano dunque
       considerati esenti dal rischio di una seduzione che, anche
       nell'antichità , sarebbe stata considerata inopportuna, se non
       degenerata e criminale. Ciò appare con evidenza  nel De Vita
       Caesarum di Svetonio, che annovera la pederastia fra le
       mostruosità ( vere o presunte ) dell'imperatore Tiberio.  (...)


                        frida


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