mercoledì 28 dicembre 2016

IL GRANDE SILENZIO



(...) Vorrei avviarmi a concludere questo mio cammino lungo i
       sentieri luminosi e oscuri del silenzio, di questa essenziale  
       dimensione della vita che continua ad essere dimenticata,
       con un'immagine che rinasce dal pensiero poetante di Simone
       Weil : " Ogni essere grida in silenzio per essere letto
       altrimenti: non dobbiamo  essere sordi a queste grida ". Nel
       silenzio è possibile parlare e , anzi, gridare, ma è così difficile
       ascoltare queste voci se in noi dilaga il deserto delle emozioni.
       Questo gridare nel silenzio testimonia delle molte, invisibili
       ferite che fanno parte della vita e che non riusciamo né a
       conoscere né a curare: oscurate dai silenzi dell'anima che
       inaridiscono ogni intuizione e ogni speranza.
       Si grida,e si muore nel silenzio - certo - ma si vive nel silenzio
       e del silenzio: come avviene nella Grande Chartreuse, in
       questo monastero certosino nell' Alta Savoia francese, fondato
       da San Bruno circa mille anni fa e che il film di Groning ci fa
       conoscere nella vita quotidiana di preghiera e di lavoro dei
       monaci. Il silenzio della parola è continuo, ma non è mai
       svuotato di senso e di speranza. Il film è un invito a bruciare
       in noi i vascelli delle nostre quotidiane esperienze, e anche
       delle nostre quotidiane preoccupazioni e ad immergerci nei
       modi di essere e nei modi di vivere dei monaci: nel loro
       dialogo silenzioso con la loro interiorità, e di  quello con il
       Dio vivente che fa parte non solo della loro fede, ma 
       che impregna di sé tutta la loro vita. (...)


         Eugenio Borgna   da   Le emozioni ferite
      

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