martedì 13 dicembre 2016

AVREI VOLUTO




Avrei voluto infilarti in uno schema,
cucirti di parole, renderti bello
per opera mia. Sentirmi intelligente
nel definirti. Mi sarebbe piaciuto
rendermi indipendente dal tuo nome
oltre il pronunciamento. Sigillarti
in un concetto, in un pensiero aperto
che sembrasse dialogante.

La vita - a pensarci - non ha nulla di eccezionale:
me la coltivo, come un piccolo orto discreto.
Illuminazioni nel dire lo renderanno - mi ripetevo -
unico.

Ma il tuo nome ritorna in altri nomi
quando meno ti aspetto. Evocarti
è il tuo sangue che ancora circola in me.
Darti voce è incrociarti nelle cose.


       frida

3 commenti:

  1. Sarà che cerco di sfilare da uno schema svanito una donna che non c'è più, e la trovo ogni volta incrociando cose, luoghi, memorie dispettose. O leggendo poesie che narrano di tutt'altri sentimenti magari, ma dove creo dipendenza, e dove comunque la evoco.

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    1. Le perdite, di qualunque natura esse siano - fatidiche o dovute ad abbandono - costituiscono sempre dei lutti difficili da elaborare. E dolorosi, delle vere e proprie malattie dell'anima.
      Occorre tempo e desiderio di uscire dal tunnel dell'angoscia , della depressione o del rimpianto. E anche - spesso - della rabbia. Se ne esce per tappe, senza cercare scorciatoie per evitare di bere il calice amaro. Ma se a poco a poco ritroviamo la giusta stima in noi stessi ( che in queste situazioni risulta
      sempre e inevitabilmente compromessa ),potremo poi riassaporare il gusto della gioia che - come un frutto maturo - ci rammenterà
      che il tempo dell'estate non è ancora finito. E magari si trasformerà in un'occasione per conoscere meglio aspetti di noi
      stessi che non sapevamo di avere. In sostanza : alla fine del
      percorso ci attende una ri- nascita.
      Ti auguro che il prossimo Natale ti porti la pace del cuore.

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